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A Roma la trattoria Dal Cordaro compie 100 anni

Da un secolo tonnarelli cacio e pepe e carbonara i più richiesti

(di Alessandra Moneti) ROMA

(ANSA) - ROMA - In una Roma centrale ma poco battuta, tra gli stemmi papali e le Mura Aureliane di Porta Portese di fronte all'arsenale fluviale disegnato a Ripa Grande da Bernini e a due passi dall'hangar che custodiva l'idrovolante di Mussolini, la Trattoria "Dal Cordaro" compie 100 anni.

I festeggiamenti del primo centenario di attività, sempre a conduzione familiare e sempre all'insegna della cucina romana tradizionale e di qualità, si sono aperti ieri sera con l'inaugurazione di una targa nel giardino coi tavoli all'aperto, e con la riunione di tutte e quatto le generazioni dei gestori, la famiglia Dori.

In uno dei locali più antichi della Capitale, dove dal 1922 il tempo è scandito al mattino dalla capatura di carciofi e cicoria e selezione di trippa, guanciale, pecorino fino alla messa in forno di pane e biscotti casalinghi, zio e nipoti mettono in scena un racconto tra ieri, oggi e domani attraverso le ricette tipiche romanesche, realizzate con le migliori materie prime stagionali e biologiche del territorio laziale, sempre accompagnati da vini di territorio. Nell'anno del centenario in programma un evento-degustazione al mese dedicato alla cucina romana con varie serate dedicate ai propri fornitori storici, agriturismo e norcinerie che siano, con calendario online.

La nascita della Trattoria "Dal Cordaro" risale agli inizi del secolo, quando nel 1902 il capostipite della famiglia Dori, Arcangelo, fonda l'omonima osteria "Cantina Dori". Nel 1922 con il passaggio al fratello Augusto Dori, si arriva al nuovo nome, la Trattoria "Dal Cordaro" che evoca quel distretto di lavoratori della canapa utilizzata per le cime nei trasporti lungo il Tevere. Nel tempo la "bottega" viene passata prima al figlio Dorino e poi ancora ai figli Augusto e Giuliana, che la porteranno avanti fino ai giorni nostri. Da quel momento la Trattoria "Dal Cordaro" è diventata un luogo del cuore per i romani. Un racconto che si può immaginare anche solo guardando le foto in bianco e nero appese alle pareti del ristorante, dove la storia di questo locale e dei volti della Famiglia Dori si intreccia a quella della città di Roma.

La gestione attuale della trattoria è affidata alla quarta generazione con i "nipoti" Luca, Alessandro e David che hanno scelto di non portare a fine corsa un tempio ancorato alla qualità della cucina e al calore di una convivialità che non ammette doppi turni ma lascia alla clientela il tempo di incontrarsi con un antipasto che coniuga trippa, carciofi alla giudia e fagioli all'uccelletto, per poi scegliere una pasta che vede sempre primeggiare le ricette del cacio e pepe e della carbonara. A tavola non manca la pagnotta calda casareccia e i dolci fatti in casa, primo tra tutti la torta di ricotta e visciole.

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