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Addio a Suor Germana, scrittrice e 'cuoca di Dio'

La religiosa si è spenta a 81 anni

Fausto Gasparroni ROMA

Si è spenta nella giornata del 7 marzo a Caronno Varesino, all'età di 81 anni, Suor Germana, al secolo Martina Consolaro, religiosa e popolarissima autrice di molti libri di cucina di grande successo, nota come "la cuoca di Dio". Suor Germana, nata a Crespadoro, nel vicentino, il 3 luglio 1938, da qualche anno residente nel Varesotto, entrò diciannovenne tra le suore del Famulato Cristiano, fondate con il fine di tutelare le giovani lavoratrici. Venne destinata dalla congregazione all'insegnamento e assegnata a una scuola per fidanzati, dove insegnò cucina alle giovani, oltre che dedicarsi alla pastorale familiare.

Il suo primo libro di ricette lo scrisse nel 1983: era il celeberrimo "Quando cucinano gli angeli", cui fece seguito - a partire dal 1987 - la pubblicazione annuale dell'Agenda di suor Germana, anch'essa diventata subito un fenomeno di massa. "Ditelo con un piatto!", era il motto ufficiale della religiosa, che meglio di chiunque altro ha saputo trasporre il suo amore per le famiglie nelle preparazioni culinarie che l'hanno resa celebre in Italia e oltre. In tutto ha scritto almeno una ventina di libri - tra gli ultimi, nel 2016.

"Il ricettario di Suor Germana: 30 anni di cucina casalinga", seguito nel 2018 da "La vita e le ricette di Suor Germana" -, ma anche opuscoli in serie, sempre di argomento gastronomico. Ha collaborato con Radio Maria e con le riviste Famiglia Cristiana e Visto, e, da personaggio per molti familiare, ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive quali Mi manda Lubrano, Forum, I fatti vostri, Festival di Sanremo 1999, Uno Mattina, Domenica In e Cominciamo bene. I funerali - riporta Varese News - sono previsti in forma strettamente privata, come impone l'ordinanza antivirus. Per ricordare quella che è stata per lungo tempo sua collaboratrice, Famiglia Cristiana ripubblica online "L'ultima ricetta che ci regalò Suor Germana", la "Trota salmonata al cartoccio", che uscì sul numero 52 del 2018 del settimanale cattolico, lo speciale di fine anno. "Non ho ricordi particolari di cene di Capodanno perché le sere di San Silvestro le passo in preghiera - scriveva l'autrice -. Ricordo però bene le lunghe veglie nell'ultima notte dell'anno vissute in gioventù con il servo di Dio Adolfo Barberis, il fondatore delle Suore del Famulato, di cui ho fatto parte fino al 1990, prima di consacrarmi nell'Ordo virginum". "Anche da bambina non c'erano particolari festeggiamenti - proseguiva -: sono cresciuta in una famiglia povera nel Veneto contadino". "Penso che per tutte le famiglie sia bello vivere così il Cenone: come un'occasione di gioia da condividere con le persone più care, rendendo grazie per l'anno che si conclude. Ma non dimentico che il cuore è vicino allo stomaco e quindi si può portare un po' di gioia anche con qualche sfiziosità da servire a tavola", aggiungeva. E riguardo alla ricetta proposta, la definiva "un piatto semplice ed economico, che io ho cucinato per un commensale d'eccezione: papa Giovanni Paolo II. L'occasione era la sua visita a Torino, quando mi fu affidata la preparazione del pranzo offerto dalla diocesi".

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