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Ismea, vendemmia promettente ma è incertezza nelle cantine

Pesa incognita dazi Usa;giù fiducia di agricoltori e industriali

Redazione ANSA ROMA

ROMA - Prospettive incerte e lento ritorno al regime, con una vendemmia 2020 che si prospetta generosa. A preoccupare gli operatori non sono tanti i prezzi quanto la domanda interna ed estera da qui ai prossimi mesi. E' il quadro tracciato dal report Ismea Tendenza sul settore che si appresta alla campagna 2020 con 42 milioni di ettolitri non ancora venduti in cantina a fine luglio, in aumento del 2% rispetto allo scorso anno. Il tutto si traduce con una giacenza per i vini da tavola di 8,5 milioni di ettolitri, contro i 8,9 milioni dello stesso periodo del 2019; mentre per i Dop, visto l'andamento della domanda, sono 22,1 milioni di ettolitri, il 5% in più, mentre rispetto allo stesso periodo del 2019.

Al netto delle gravi ripercussioni associate all'emergenza Covid-19, la forte incertezza percepita nel comparto vinicolo, spiega il report, è determinata da diversi fattori. Pesa infatti l'incognita dei maggiori dazi statunitensi che potrebbero estendersi anche alle etichette italiane finora esenti, che hanno invece colpito i vini francesi e spagnoli. Come anche le possibili ricadute di Brexit e l'incertezza dei futuri accordi commerciali. Alla lista si aggiungono poi le crescenti difficoltà di esportazione di vini in Russia, che dalla fine di giugno ha introdotto norme più stringenti in materia di etichettatura e di soglie di gradazione. Il risultato è che l'indicatore Ismea relativo al grado di fiducia degli operatori non è mai stato così basso. L'indice del secondo semestre 2020 è sceso di 18 punti rispetto al secondo trimestre del 2019, mentre migliora sulle attese per il futuro a 2 o 3 anni quando si presume un ritorno ai livelli economici del pre-Covid. A picco anche la fiducia dell'industria del vino che perde 32,5 punti, dove a preoccupare sono le insicurezze sugli ordini unitamente alla quasi certezza dell'incremento delle disponibilità. 

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