"L'educazione e l'informazione sull'unico sistema alimentare davvero sostenibile, quello 100% vegetale - prosegue la Lav -, la progressiva rimozione e ri-direzione dei finanziamenti pubblici alla zootecnia, l'attivazione di leve fiscali - come una 'meat tax' - che armonizzino il prezzo della carne con reali costi ambientali e sanitari che genera, sono passi necessari e urgenti, di cui i decisori politici nazionali e internazionali si devono fare carico".
Il consumo di carne ha visto aumenti esponenziali negli ultimi decenni, in particolare tra i Paesi del G20, spiega la Lav. Negli ultimi 50 anni il Brasile è passato dai 2.12 milioni di tonnellate del 1961 ai 29.34 milioni del 2018, con una crescita del +1.284%. La Cina è andata dai 2.55 milioni di tonnellate del 1961 agli 88.16 milioni del 2018, con una crescita del +3.357%. "Il consumo di carne sta consumando il Pianeta - commenta la ong -. Per il solo consumo nazionale annuo italiano parliamo di circa quaranta milioni di tonnellate di gas serra".
"Solo il 3 marzo scorso - scrive la Lav -, il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani affermava che 'la proteina animale richiede 6 volte l'acqua della proteina vegetale, a parità di quantità, e allevamenti intensivi che producono il 20% della CO2. Modificando un modello di dieta, aumentando le proteine vegetali, avremmo un co-beneficio, migliorando la salute pubblica'".
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