"L'Italia può essere presa come riferimento nella lotta allo spreco alimentare, un problema che a livello globale riguarda un terzo del cibo prodotto", dichiara la direttrice della Ricerca della Fondazione Barilla, Marta Antonelli, precisando che per quanto riguarda le perdite di cibo dal campo alla tavola, l'Italia è al secondo posto dopo il Canada, anche grazie a strategie e politiche messe in campo per contrastare il fenomeno. Tra queste c'è la Legge Gadda che ha facilitato, anche tramite agevolazioni fiscali, la donazione delle eccedenze alimentari alle Onlus, aumentate del 21% nel primo anno della sua entrata in vigore. Un intervento normativo riconosciuto come best practice a livello mondiale.
Tra gli altri parametri messi in evidenza dall'indice, buoni i risultati dell'Italia per quanto riguarda la qualità e l'aspettativa di vita a livello europeo e il basso livello di sotto nutrizione o malnutrizione infantile. Nonostante lo spreco alimentare sia un problema globale, meno di un terzo (il 28%) dei Paesi analizzati dimostra di possedere una strategia dedicata. In questo ambito, i cinque Paesi con le migliori politiche in atto sono Francia, Italia, Stati Uniti, Germania e Argentina. A livello mondiale, le perdite di cibo tra i primi 19 classificati non superano il 3% della produzione alimentare totale, rispetto alla media generale del 6%. Anche i rifiuti alimentari domestici sono al di sotto della media (85 kg di cibo sprecato pro capite all'anno) in quasi 40 paesi del Fsi.
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