di Marzia Apice
VINCENZO PEPE, SALERNO E LA SUA BAIA
(Marlin Editore, pp.112, 19.50 euro). "Non manca nessun tipo di
bellezza naturale necessario alla composizione del paesaggio più
ricco: il mare stende un'immensa superficie azzurra, e perché la
sua uniformità non impressioni, fa sì che molti scogli
frastagliati ne rendano irregolare la linea. Audaci montagne e
pianure boscose avanzano e ne circoscrivono i limiti; scogliere
stupefacenti, fuse nello stampo più grandioso della natura,
incombono maestose sul mare; torri romantiche guardano la costa,
che è abbellita da ville vivaci e giardini pensili, dietro i
quali si levano colline ammantate di verde dalle mille
sfumature, e nel seno di un nobile teatro di montagne, gli
estesi edifici di Salerno sorgono in forma piramidale alle
rovine del suo antico castello, che fa da corona a questo
meraviglioso quadro". Con queste parole ricche di meraviglia e
incanto, il "travel writer" Henry Swinburne descriveva la
cittadina campana verso la fine degli anni '70 del Settecento,
fermando sulla carta le sensazioni che il paesaggio aveva
suscitato. Quella di Swinburne è solo una delle testimonianze di
viaggiatori, artisti e letterati inglesi e americani che
Vincenzo Pepe ha raccolto nel libro "Salerno e la sua baia",
edito da Marlin in occasione del Natale. Il volume, che inaugura
la nuova collana "Il viaggiatore incantato", offre al lettore la
possibilità di compiere un viaggio colto e affascinante dal
Cinquecento al Grand Tour, fino ad arrivare alle prime
manifestazioni del turismo di massa. Grazie a una vera e propria
immersione in scritti, lettere, pagine di diari, libri di
memorie, aneddoti, componimenti poetici e anche opere
fotografiche e pittoriche a colori e in bianco e nero,
valorizzate dal formato 22x20cm, il libro fa vedere Salerno così
come appariva agli occhi di questi viaggiatori d'eccezione,
uomini colti, curiosi e appassionati che amavano scoprire nuove
terre per goderne le bellezze.
Dai resoconti presenti nel libro emerge il racconto sfaccettato
di una Salerno bellissima ma contraddittoria: una città "off the
beaten track", fuori dal "sentiero battuto", che nonostante gli
imperdibili scenari naturalistici, il clima mite, le vestigia
storiche, il fascino vitale e mistico delle sue tradizioni
popolari e religiose non è mai riuscita a entrare pienamente nei
fortunati e canonici percorsi del Grand Tour. E non solo per la
sua posizione periferica, ma anche per quello che i viaggiatori
di allora descrivono come cattiva qualità della vita, degrado,
aria malsana, strade strette e piene di mendicanti: tuttavia,
c'è anche chi fu capace di guardare Salerno "senza farsi sviare
dal pregiudizio, e, soprattutto, senza far pesare troppo, nel
giudizio, solo gli elementi negativi che pure erano presenti nel
quadro", scrive Pepe. L'autore, traduttore e saggista, ha
selezionato con grande precisione e rigore scientifico pagine
emblematiche, riportando anche i testi originali di cui ha
personalmente curato le traduzioni in italiano.
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