Un saggio di scavo eseguito
dalla Soprintendenza archeologica di Brindisi, Lecce e Taranto
lungo il litorale di Nardò, in Salento, ha riportato alla luce,
ben conservata, una piastra in argilla per la cottura degli
alimenti e una gran quantità di ceramica dell'Età del Bronzo
medio (XV secolo a.C.), L'intervento, nella penisola dell'Aspide
tra Santa Caterina e Santa Maria al Bagno, ha avuto il supporto
operativo del Comune di Nardò.
Il ritrovamento, spiega la Soprintendenza in una nota, fa
pensare a "un piccolo insediamento, in relazione visiva con il
promontorio di Torre dell'Alto, dove è attestato un muro di
fortificazione databile sempre alla stessa epoca". La località è
tutelata da circa un anno, nota da tempo per il materiale
ceramico disperso in superficie e per un muro di chiusura della
penisola visibile in fotografie aeree del secondo dopoguerra:
elementi che "lasciavano presumere l'esistenza di testimonianze
archeologiche nel sottosuolo", prosegue la nota, così nello
scorso gennaio il Gruppo Speleologico Neretino ha segnalato alla
Soprintendenza "alcune pietre infisse nella terra, che
delimitavano piccole aree rettangolari e quadrangolari,
probabilmente scoperte dalle mareggiate del novembre scorso.Il
saggio, che ha interessato solo metà di una di queste evidenze,
ha riportato alla luce" la piastra in argilla, sepolta sotto
pochi centimetri di terra, e le ceramiche.
La scoperta, spiega la Soprintendeza, conferma le ipotesi degli
ultimi decenni "e potrà fare luce sulle dinamiche insediative
che hanno interessato il litorale" nella protostoria: ora si
dovrà "reinterrare la testimonianza, per poterla tutelare":
"L'auspicio è di poter intervenire a breve e riportare alla luce
altre evidenze" da valorizzate con "una passeggiata archeologica
in un contesto di grande valenza paesaggistica, a breve distanza
dal frequentatissimo lungomare".
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