Nell'ambito delle iniziative per
la Giornata della Memoria, a Livorno la Fondazione d'arte
Trossi-Uberti inaugura la mostra 'Poteva capitare a chiunque.
Luciano Castelli (1921-2006). Disegni di un deportato', aperta
dal 27 al 29 gennaio.
Luciano Castelli è stato una figura di rilievo per Livorno:
oltre alla sua attività di pittore, che lo ha portato ad esporre
anche alla Biennale di Venezia (1950), è ricordato per quella di
insegnante, durante la quale ha scritto un manuale di lingua
latina, e come preside del liceo Francesco Cecioni. Nell'estate
del 1944, Castelli, allora 23enne, era sfollato in campagna come
gran parte dei suoi concittadini per sfuggire ai bombardamenti
che avevano distrutto il centro di Livorno, ma tra Avane (Pisa)
e Lucca, fu catturato dai soldati tedeschi e deportato in
Germania. Non era un oppositore politico né aveva origine
ebraica, ma fu internato in un campo di lavoro tedesco. Forse
per esorcizzare la precarietà del suo destino o forse per
lasciare traccia di sé, Castelli racconta la sua prigionia nel
campo di lavoro tedesco attraverso una raccolta di veloci
disegni, arguti e poetici al contempo.
Nella mostra, a ingresso libero, sono presentate per la prima
volta le testimonianze di quegli eventi, conservate dai figli
dell'artista.
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