E' un Natale più intimo
e raccolto quello di quest'anno a Cortina, ma il fascino delle
luci , delle decorazioni e dei dolci tipici è quello di tutti
gli inverni. La città ha già acceso le sue luminarie, e il conto
alla rovescia per il 25 dicembre inizierà puntuale - domani,
martedì 1 - con l'apertura della prima finestra sulla facciata
del Comun Vecio, in Corso Italia, allestito a calendario
dell'Avvento. Verrà scoperta un'immagine della Natività al
giorno e si accenderanno le luci natalizie. Cortina e il Natale
restano un appuntamento che nemmeno l'emergenza sanitaria può
spegnere. Tuttavia l'organizzazione del turismo è messa a dura
prova: "E' un Natale sicuramente diverso - dice il sindaco
Gianpietro Ghedina - ma noi viviamo di turismo, di economia
legata allo sci. Non vogliamo farci trovare impreparati. Abbiamo
imparato, purtroppo.a navigare a vista. Ci stiamo preparando
comunque al meglio. Bisogna essere flessibili, riuscire a
reagire anche all'ultimo momento, verificare se ci sono
opportunità. Non è facile, sia per l'organizzazione dell
stagione invernale entrante, sia per gli eventi e le
manifestazioni sportive che ospiteremo già dalle prossime
settimane". "La stagione invernale è molto lunga - conclude
Ghedina - ma c'è la consapevolezza che il Natale incide molto,
circa il 35% del fatturato viene fatto in questo periodo. Per
questo siamo preoccupati degli accadimenti, e delle decisioni,
qualche volta difficilmente comprensibili, che potrebbe prendere
il Governo".
La cittadina ampezzana, in ogni caso non si ferma. A scaldare
il clima sono le tradizioni più anctiche: come quella attesa dai
più piccoli, che molti più di Babbo Natale vede grande
protagonista San Nicolò, l'antico vescovo di Myra venerato dalla
Chiesa Cattolica e da quella Ortodossa, il cui culto è esteso da
Oriente ad Occidente. E' San Nicolò il vero attore della scena
natalizia a Cortina, con le immagini, le filastrocche e le
leggende a lui dedicate: come la costruzione delle "navi della
gioia", barchette di carta da riempire con biscotti
tradizionali e piccoli dolciumi da donare a chi si incontra per
strada, per ricordare la leggenda delle navi che trasportavano
grano dall'Egitto a Roma e si fermarono a Myra a causa di una
tempesta; i capitani delle imbarcazioni, su esortazione del
vescovo San Nicolò, vendettero parte del carico al popolo che
stava morendo di fame a causa di una carestia.
La tradizione popolare del Natale prevede, inoltre, a tavola
cose semplici come tè, noci, arachidi, pan di zenzero,
mandarini. E chi vuole può cimentarsi nella preparazione di
dolci e pietanze tipici dell'inverno, come lo Zelten, dolce a
base di frutta secca e canditi o il Vov, liquore alla crema
d'uovo, le cui ricette si possono consultare sulsito
'www.dolomiti.org/it/cortina/ricette'.
Vista l'emergenza Covid, non ci sarà quest'anno il
tradizionale arrivo in piazza di San Nicolò, a bordo di una
carrozza. Il Comune di Cortina, però, ha voluto tener viva la
tradizione contribuendo con 1.700 euro alla realizzazione dei
tradizionali libricini in lingua ladina, ideati e confezionati
dall'Unione dei Ladini d'Ampezzo, che verranno consegnati ai
bambini tramite le strutture scolastiche.
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