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I segreti dei tessuti Fortuny, nell'ultima fabbrica di Venezia

I segreti dei tessuti Fortuny, nell'ultima fabbrica di Venezia

Custoditi gelosamente da 100 anni, status symbol made in Italy

VENEZIA, 22 maggio 2021, 13:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nel 2022 si celebra il centenario dell' azienda fondata da Mariano Fortuny, origine spagnola di Granada, veneziano d'adozione, nato 150 anni fa. Alla Giudecca, dentro la fabbrica a mattoni rossi, all'ombra del Molino Stucky, ci sono i laboratori, sigillati alla vista da tendaggi, con dentro funzionanti e in uso i macchinari brevettati da Fortuny : è il cuore segreto della maison che è ormai l'ultima fabbrica in attività a Venezia. "Il 98% della produzione, spiega all'ANSA Mickey Riad,- direttore creativo che con il fratello Maury detiene il marchio ereditato dal padre - è rappresentato dalla riproposizione dei disegni di tessuti dell'archivio Fortuny, 450 incluse le continue variazioni di colore. Le collezioni sono aggiornate ogni anno, come l'ultima Imago, scegliendo cosa proporre dall'antico e in che nuance declinare la lavorazione".
    Nonostante l'aspetto non si tratta di seta ma di purissimo cotone che viene lavorato in fabbrica da circa 15 operai tenuti all'assoluta riservatezza, stampati con i macchinari d'epoca, ricolorati e rifiniti a mano. Ci si fanno tendaggi, rivestimenti, cuscini e intere pareti di stoffa.
    La storia di Mariano Fortuny è di estrema creatività, era un artista ma anche un inventore, un fotografo geniale, uno scenografo teatrale per D'Annunzio e per Eleonora Duse per la quale disegnò i costumi spostando grazie a lei l'attenzione verso i tessuti e la moda. Nel 1906 con la moglie Henriette a Palazzo Pesaro Orfei diede vita ad un piccolo laboratorio per la stampa dei tessuti: all'inizio fu la seta, finemente plissettata, con la quale realizzò il vestito Delphos, l'abito del jet set degli anni '10 , citato anche nella Recherche di Proust, indossato dalla Duse, da Isadora Duncan, Sarah Bernhardt. Fortuny fu un inventore lungimirante, con decine di brevetti depositati. Alla sua morte la moglie Henriette vendette alla interior designer di New York Elsie McNeill Lee, poi contessa Gozzi, che la affermò in America, ancor oggi primo mercato del brand. Ora è passata al suo amico e legale, Maged Riad di origine egiziana, i cui figli dopo la morte del padre dal 1998 portano avanti questo gioiello del made in Italy.
   

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