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'Sofagate', polemica su Erdogan. Coro di critiche degli eurodeputati

Ppe: 'Vergogna', Benifei (Pd): 'von der Leyen se ne sarebbe dovuta andare'; Lega: Bruxelles stacchi la spina dei negoziati

Redazione ANSA

BRUXELLES - Infuria la polemica all’indomani della visita ad Ankara della presidente della Commissione Ue, Ursula von Der Leyen, e del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Un video divenuto virale mostra il presidente turco Recep Tayyp Erdogan mentre relega su un divano von der Leyen, riservando l'unica sedia preparata per l'incontro a Michel.

"Mettiamo le cose in chiaro - si legge in un tweet del gruppo del Ppe al Parlamento europeo -. Qualcuno dovrebbe vergognarsi per la mancanza di un posto adeguato per von der Leyen nel palazzo di Erdogan. L'Ue ha segnalato l'apertura al dialogo, ma siamo fermi sui nostri valori. Le donne meritano lo stesso riconoscimento dei loro colleghi maschi”.

Per il capodelegazione del Pd al Pe, Brado Benifei, “la Presidente von der Leyen lasciata senza sedia da Erdogan se ne sarebbe dovuta andare, vendicando così anche le donne turche, i cui diritti sono oggi sotto attacco”. “Vergognoso - scrive Benifei su Twitter - l’atteggiamento di Charles Michel che non sembra aver mosso un dito”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il commento dell’eurodeputata del Pd, Pina Picierno, che su Twitter scrive: ”Due poltrone per tre, come al solito i maschi che senza battere ciglio se ne appropriano. Von der Leyen, per la carica che ricopre, per cosa rappresenta, doveva andarsene: la forma è sostanza".

Le fa eco la presidente del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) al Pe, Iratxe Garcia Perez, che su twitter commenta: "Prima si ritirano dalla Convenzione di Istanbul e ora lasciano la presidente della Commissione europea senza una sedia nel corso della visita ufficiale. Vergognoso".

"Come ha potuto Charles Michel accettare questo trattamento inflitto a von der Leyen ?", si chiede l’eurodeputato francese Raphael Glucksmann (S&D). "La violenza simbolica della sequenza imposta da Erdogan è folle - ha aggiunto il parlamentare. Prendendo posto il presidente del Consiglio europeo si è seduto sopra anche all'uguaglianza di genere".

"Quando ci sono due responsabili delle istituzioni europee, a quanto pare le cose vanno un po 'diversamente", ha aggiunto in un altro tweet Glucksmann, postando una foto che ritrae un precedente incontro fra il presidente turco Erdogan e l'ex presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker insieme all'ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. I tre sono seduti l'uno accanto all'altro in tre poltrone.

Per l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Chiara Gemma, "quello che è successo ad Ankara non può essere derubricato come un semplice incidente diplomatico”.

“Non concedere la sedia d'onore al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è la spia di come Erdogan e l'attuale governo turco consideri le donne”, spiega Gemma in una nota, ricordando come ”questo vergognoso gesto” giunga “a pochi giorni dal ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, il cui scopo è quello di prevenire e combattere proprio la violenza contro le donne”.

“Il Movimento 5 Stelle - conclude la nota - esprime solidarietà a Ursula von der Leyen: nella nostra Europa uomini e donne non hanno sedie differenti, ma hanno le stesse opportunità e noi di questo siamo orgogliosi".

"Charles Michel è il simbolo di un'Europa codarda e ipocrita, che si riempie la bocca di diritti ma si piega alle liturgie sessiste di un pericoloso satrapo islamista. Altro che convenzione di Istanbul!”, scrive su Twitter il capodelegazione di Fratelli d'Italia-Ecr al Pe e responsabile Esteri FdI, Carlo Fidanza.

"Erdogan che nega la sedia alla presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen in quanto donna è la plastica dimostrazione di come la Turchia non potrà e non dovrà mai far parte dell'Europa, come la Lega sostiene da sempre”, dichiara l'europarlamentare della Lega, Mara Bizzotto.

"E' inaccettabile che il dittatore turco manchi di rispetto al numero uno delle Istituzioni Ue, umiliando di fatto l'Europa e i nostri valori - continua l'eurodeputata - E altrettanto inaccettabile è che la Ue non abbia energicamente e platealmente protestato come avrebbe dovuto”.

“Questo è solo l'ultimo di una lunga serie di atteggiamenti inammissibili tenuti dalla Turchia di Erdogan: speriamo che la Commissione Ue abbia finalmente capito con chi abbiamo a che fare e che si decida a cancellare ogni residuale ipotesi di dialogo sull'entrata della Turchia nella Unione europea”, conclude Bizzotto.

Rincarano la dose gli europarlamentari della Lega Marco Zanni, Marco Campomenosi, Anna Cinzia Bonfrisco e Susanna Ceccardi che in una nota criticano la stessa l'Ue per aver rivolto lo sguardo altrove per troppo tempo e fatto finta di non vedere mentre la Turchia commetteva atti ancora più gravi sul fronte dei diritti umani e dello stato di diritto". 

Nella nota, in cui si chiede a Bruxelles di staccare "la spina dei negoziati e delle trattative con il dittatore", si sottolinea come "negli ultimi giorni il governo di Ankara abbia commesso l'ennesima azione forte, arrestando 10 ex ammiragli della Marina che avevano sottolineato i pericoli di un'eventuale uscita turca dalla Convenzione di Montreux e lanciato un appello affinché la Turchia rimanesse un Paese laico e democratico basato sullo stato di diritto. I metodi autoritari e antidemocratici utilizzati per la repressione delle forze politiche di opposizione e delle organizzazioni civili e le ripetute violazioni dei diritti umani sono inaccettabili".

Gli eurodeputati della Lega annunciano la presentazione di un'interrogazione alla Commissione europea affinché si "chiarisca se durante l'incontro del 6 aprile è stato affrontato l'episodio, oltre alle questioni dei diritti umani e dello Stato di diritto, ma soprattutto per sapere in base a quali elementi e condizioni l'Ue ritenga opportuno aprire nei confronti di un Paese che si è dimostrato anti europeo nei fatti e lontano dai valori europei". "Fino a quanto ancora Bruxelles vorrà farsi ricattare e umiliare da Ankara?" si chiedono gli eurodeputati del Carroccio.

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