"La messa al bando dei motori a combustione interna dal 2035 equivale infatti a puntare tutto sull'auto elettrica, consegnando di fatto la filiera europea dell'automotive alla dipendenza dalla Cina, che produce l'80% delle batterie mondiali. Anche dando il massimo sostegno ai progetti delle nuove gigafactory europee, secondo stime della Commissione, arriveremmo nel 2035 a coprire in modo autonomo solo il 7% del fabbisogno Ue di batterie. L'abbandono dei combustibili fossili e la decarbonizzazione devono avvenire in modo graduale, accompagnando la transizione verde e valutando progressivamente l'impatto dei target sulle imprese", ha proseguito Salini.
"Come Partito Popolare Europeo proponiamo di procedere secondo il principio di neutralità tecnologica, includendo nel pacchetto climatico anche gli investimenti nei combustibili alternativi e chiediamo che venga adottato un approccio 'life cycle', che tenga conto delle emissioni CO2 dell'intero ciclo di vita del veicolo, facendo nel 2028 una valutazione di impatto intermedia per decidere il mix energetico più adatto e rivedere tempi e modi dell'eventuale stop ai motori a combustione interna", ha concluso l'eurodeputato.
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