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Parolin, intesa S.Sede-Cina bene per pace globale
"Speranze nuova era rapporti, funzionali a armonia società cinese"
CITTA' DEL VATICANO
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(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 27 AGO - Una "nuova stagione
nei rapporti" tra Santa Sede e Cina, per la quale ci sono "molte
speranze e attese", sarebbe a beneficio "dell'intero Paese",
oltre che della stessa pace mondiale. E le eventuali ed
auspicate relazioni diplomatiche sarebbero "funzionali" al bene
"di tutto il popolo cinese" e "all'armonia dell'intera società".
Un passo, questo, per cui occorre anche il "perdono reciproco" e
la riconciliazione tra fratelli, inclusi i cattolici cinesi, ora
divisi. Il cardinale Pietro Parolin, intervenendo oggi al
seminario vescovile di Pordenone a un convegno sulla figura del
cardinale Celso Costantini, primo delegato apostolico in Cina
negli anni '20 e antesignano della presenza della Chiesa
cattolica nel Paese, ha confermato quanto il dossier-Cina sia
cruciale nel panorama diplomatico della Santa Sede sotto il
pontificato di Francesco. E questo proprio mentre sono in corso
trattative riservate tra i due Paesi, che hanno rotto i rapporti
diplomatici nel 1951, per raggiungere un accordo sulla spinosa
questione della nomina dei vescovi: magari con un compromesso
che salvi sia l'obbligatorietà del mandato da parte del Papa sia
le eventuali indicazioni dell'Associazione patriottica dei
cattolici cinesi, fedele al governo di Pechino.
"Molte sono le speranze e le attese per nuovi sviluppi e una
nuova stagione nei rapporti tra la Sede Apostolica e la Cina, a
beneficio non solo dei cattolici nella terra di Confucio, ma
dell'intero Paese, che vanta una delle più grandi civiltà del
pianeta", ha detto oggi Parolin. "Oserei dire che tutto ciò sarà
a beneficio anche di una ordinata, pacifica e fruttuosa
convivenza dei popoli e delle Nazioni in un mondo, come il
nostro, lacerato da tante tensioni e da tanti conflitti".
Il segretario di Stato ha voluto "sottolineare con forza
questo concetto": "le auspicate nuove e buone relazioni con la
Cina - comprese le relazioni diplomatiche, se così Dio vorrà! -
non sono fine a sé stesse o desiderio di raggiungere chissà
quali successi 'mondani', ma sono pensate e perseguite, non
senza timore e tremore perché qui si tratta della Chiesa, che è
cosa di Dio, solo in quanto 'funzionali' - ripeto - al bene dei
cattolici cinesi, al bene di tutto il popolo cinese e
all'armonia dell'intera società, in favore della pace mondiale".
Papa Francesco, ha sottolineato, "conosce bene il bagaglio di
sofferenze, di incomprensioni, spesso di silenzioso martirio che
la comunità cattolica in Cina porta sulle proprie spalle: è il
peso della storia!" Ma conosce pure, "insieme alle difficoltà
esterne ed interne, quant'è vivo l'anelito alla comunione piena
con il Successore di Pietro". "E conosce e incoraggia - ha
proseguito -, soprattutto nel contesto del Giubileo della
Misericordia, il perdono reciproco, la riconciliazione tra
fratelli e sorelle che sperimentano la divisione, lo sforzo di
crescere nella comprensione, nella collaborazione, nell'amore!".
Per il segretario di Stato, "si tratta di scrivere una pagina
inedita della storia", guardando avanti "con fiducia" e "sano
realismo", "per assicurare un futuro in cui i cattolici cinesi
possano sentirsi profondamente cattolici, ancor più visibilmente
ancorati alla salda roccia che, per volontà di Gesù, è Pietro, e
pienamente cinesi, senza rinnegare o sminuire tutto quello che
di vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato ha prodotto e
continua a produrre la loro storia e la loro cultura".
Parlando con i giornalisti prima della conferenza, Parolin ha
detto che il suo "auspicio è che questo cammino che si è
incominciato possa andare avanti e concludersi con un accordo a
beneficio della chiesa in Cina e di tutto il popolo cinese". "La
cosa più importante è che si sta facendo strada - ha aggiunto -
si sono ripresi i contatti e si sta camminando, credo con buona
volontà da entrambe le parti, per poter arrivare veramente a un
accordo che sia soddisfacente per tutti". (ANSA).