(ANSA) - ROMA, 16 OTT - Ricucire l'Italia nel segno
dell'alfabetizzazione digitale. E' la sfida del mondo del
digitale che dal 20 al 24 ottobre si confronterà nell'ottava
edizione di DIGITALmeet, il più grande festival diffuso italiano
sul mondo del digitale, organizzato da Fondazione Comunica e
I-Center TAG Padova con la partnership di Unicredit. Il festival
è stato presentato in una conferenza stampa al Senato
organizzata su iniziativa del senatore questore Antonio De Poli.
Previsti incontri dal vivo in 16 regioni italiane e altri on
line, nel rispetto delle normative sanitarie anti-Covid, oltre a
un'anteprima nel weekend, il 16 e 17 ottobre, con imprenditori,
docenti, politici e amministratori che si troveranno sul lago di
Piediluco (Terni). "Pensate a cosa sarebbe accaduto se
l'emergenza sanitaria l'avessimo vissuta senza Internet, il
lockdown senza l'e-commerce, l'homebanking , la didattica a
distanza, lo smart working. La vita delle nostre comunità si
sarebbe bloccata completamente - ha detto De Poli - I fondi del
Recovery fund sono risorse importanti, ma non vanno sprecati:
serve una strategia. Ciò che manca, a mio avviso, è una visione
strategica sul futuro del Paese". Durante la conferenza stampa è
stato anche presentato uno studio su imprese digitali e
manifattura, realizzato da Paolo Gubitta, direttore scientifico
dell'Osservatorio delle professioni digitali dell'Università di
Padova, in collaborazione con Infocamere. L'analisi si concentra
sul confronto delle realtà digitali presenti in Emilia-Romagna e
in Veneto (si esclude la Lombardia, che ha una dimensione fuori
scala) e si riferisce al decennio 2009-2019. Emerge che la prima
regione è più efficiente, il Veneto più frammentato. In
particolare, le imprese digitali attive nell'e-commerce, data
analysis, software house e Internet service sono salite da 8.116
a 10.492 in Veneto e da 6.981 a 9.449 in Emilia-Romagna,
riducendo quindi il gap in favore del Veneto da 1.135 a 1.043
attività. Il valore complessivo della produzione però è simile,
segno che le imprese digitali emiliano-romagnole sono mediamente
più grandi. Per De Poli, "il Veneto è, dunque, il cuore digitale
del Paese, regione che spicca positivamente per la crescita in
termini occupazionali in questo settore ed è leader nel campo
dello sviluppo software", sottolineando però che "il nostro
tessuto produttivo è caratterizzato da una struttura molecolare,
dove non ci sono grandi player in grado di trainare l'economia.
La politica, in questo contesto, ha un ruolo importante di
programmazione e di stimolo: bisogna promuovere quelle che oggi
sono le 'autostrade' nell'era Internet, a partire dalle
infrastrutture della banda ultra-larga su cui registriamo
pesanti ritardi". (ANSA).
Telecomunicazioni, calano ricavi ma boom investimenti
Rapporto Asstel. Guindani, Recovery fund strumento per soluzioni