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Marina Cicogna, la mia vita libera e il cinema amato

Marina Cicogna, la mia vita libera e il cinema amato

Documentario racconta produttrice, lanciò film Pasolini e Petri

ROMA, 15 ottobre 2021, 17:03

Redazione ANSA

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Sangue blu, 'altezzosità', charme e al tempo stesso libertà, intraprendenza, anticonformismo: sono i due aspetti che convivono in una donna, oggi 87 anni, che è una eccellenza della cultura italiana, rispettata, temuta, per il suo carattere autoritario, apripista persino oggi che le donne di potere nel cinema sono davvero poche. E' Marina Cicogna, o meglio Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata: il nonno materno, mitico conte Giuseppe Volpi, protagonista del jet set, fondatore della Mostra d'arte cinematografica di Venezia. Un documentario, girato da Andrea Bettinetti, scritto con Alejandro de la Fuente e Elena Stancanelli, evento speciale alla Festa del cinema di Roma, in sala il 5 novembre con Istituto Luce e Kama Production, racconta questa storia davvero straordinaria che parla di un'epoca, di un mondo che oggi sembrano e sono lontani anni luce.
    E' la stessa Marina Cicogna a sfogliare l'album dei ricordi: la passione per il cinema, le tappe tipiche di Venezia, Cortina, Saint Moritz, la nanny inglese, l'università in America amica dell'erede di casa Warner, le amicizie con Brando e Clift, il suo Palazzo Volpi a Roma, dove è nata, il Giardino Cicogna a Milano, la sua casa attuale vicino all'Accademia di Francia da dove vede tutta la città, la casa di Modena che le serve per il guardaroba, l'archivio di fotografie eccezionali. Lei si racconta, senza nascondere il suo status, ma spiegando come la sua passione per il cinema, nata già da piccolina, il suo imporsi con genitori intellettuali ma pur sempre nobili a fare un mestiere poco aristocratico. ""Non volevo produrre autori affermati ma quelli che da scoprire", dice ricordando l'amicizia complicata e il cinema di Pier Paolo Pasolini con l'esordio di Medea e poi Teorema, ma anche il venerato Elio Petri di Cittadino al di sopra di ogni sospetto con cui nel 1970 vinse l'Oscar per il miglior film straniero, il film con Gianmaria Volonté e con quella che sarebbe diventata la sua compagna di vita per 20 anni, Florinda Bolkan. Il cinema ma anche la sceneggiatura, la fotografia (Scritti e Scatti un libro che è racconto di storia del cinema), imprenditoria (i suoi impegni da ambasciatrice italiana all'estero).
   

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