In 15 anni l'economia di Roma ha
perso il confronto con Milano in termini di produttività,
assorbimento di occupazione e tecnologia oltre a realizzare meno
investimenti pubblici ma ora si delinea la "possibilità di
recuperare la dinamica di sviluppo della Capitale, prevedendo
una crescita cumulata nel prossimo quadriennio superiore di 2,5
punti rispetto al dato medio italiano". E' quanto emerge dal
primo rapporto di Banca Fucino, capogruppo del Gruppo Bancario
Igea Banca, intitolato "Prospettive di crescita dell'economia di
Roma dopo la pandemia".
Sono 6 i principali driver di crescita identificati nel
report: le Costruzioni, il Manifatturiero grazie in particolare
ai settori della Farmaceutica, dell'Aerospazio e
dell'Audiovisivo, le Utilities, i Servizi turistici, il
Commercio e la PA. Roma può contare su un tessuto produttivo
diffuso con un numero di imprese post pandemia di oltre 493 mila
unità pari a circa l'8% del totale italiano. Roma è inoltre la
prima città d'Italia per numero di lavoratori, che a fine 2020
risultavano pari a circa 1,8 milioni, oltre 300 mila in più
rispetto a Milano. Il contributo della Capitale al Pil è invece
pari solo al 9,4%. Nel tradizionale confronto con Milano, Roma
ha visto un forte deterioramento. La città lombarda ha visto il
suo livello di produttività crescere del 36% negli ultimi 15
anni. Dal 2007, spiega il rapporto, "si realizza un'inversione
nelle posizioni delle due principali città italiane in termini
di produzione di ricchezza e assorbimento di occupazione. Nel
2007 Roma sopravanzava Milano nelle dimensioni del valore
aggiunto prodotto (+10,2%) e occupava l'8% in meno di addetti.
Nel 2020 invece il valore aggiunto romano è risultato 9,5 punti
inferiore a quello milanese, mentre gli occupati sono risultati
superiori del 22%. Ciò significa che Roma ha perso quasi il 40%
di produttività rispetto a Milano.
Inoltre il valore cumulato degli investimenti pubblici della
città di Roma ha iniziato ad arretrare rispetto a quello di
Milano nel 2011 e la forbice tra le due città si è allargata
dopo il 2013. La spesa per investimenti del comune di Roma si è
fermata a 7,9 miliardi, mentre a Milano si è arrivati a 11,1
miliardi di euro.
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