(di Luciano Fioramonti)
"Potrebbe sembrare un traguardo, ma
in realtà è come se dovesse essere l' inizio di un nuovo
percorso. Dovrò mettere ancora di più cuore e anima in quello
che sto facendo". Alessio Rezza, fresca étoile dell'Opera di
Roma, considera così la nomina annunciata a sorpresa ieri tra
una pioggia di coriandoli dal sovrintendente Francesco Giambrone
sul palcoscenico del Teatro Costanzi "Per me non è mai stato un
lavoro - dice all' ANSA il ballerino pugliese -. E' una
professione che richiede tanti santi sacrifici ma fare della
propria passione quello che ti fa portare il pane a casa è una
fortuna grandissima. Arrivare a farlo a questi livelli ti fa
considerare la responsabilità e l' onore che comporta. Devo
rispondere a mia volta con le prestazioni sul campo e dimostrare
di essere all' altezza di quello che è successo, di quello che
sta accadendo e di questa nomina".
Ieri il ballerino ha condiviso al telefono con i genitori la
gioia del riconoscimento. "Tante lacrime, ci serve un po' di
tempo per metabolizzare. Sono molto orgogliosi. Hanno fatto
anche più sacrifici di me, soprattutto all' inizio. Questo è un
mestiere su cui c' è molto da investire, anche economicamente.
Non è facile raggiungere certi livelli. Alla fine i frutti sono
arrivati, ma non erano scontati. Hanno avuto tanto coraggio e mi
hanno dato grande fiducia. Devo tutto a loro".
Rezza, 33 anni di Modugno, ha lasciato la sua terra a 14
anni per inseguire il suo sogno a Milano, nella Scuola di Ballo
dell'Accademia Teatro alla Scala dove si è diplomato nel 2008.
L' anno seguente è entrato nel corpo di ballo dell'Opéra di
Parigi e nel 2010 si è unito alla compagnia del Teatro
dell'Opera di Roma. Sotto la direzione di Eleonora Abbagnato,
nel giugno 2015 è diventato solista e nel gennaio 2018 primo
ballerino. "Diventare étoile non è mai stata una mia previsione
- spiega -. La mia ambizione è sempre stata impegnarmi per fare
determinati ruoli da primo ballerino piuttosto che ottenere una
nomina. Fin da bambino ho cominciato ad appassionarmi all'
interpretazione unita al lato tecnico. Il resto era in secondo
piano, è venuto dopo".
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