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Cossutta, Zevi, Botta "Ripensiamo la città"

Cossutta, Zevi, Botta "Ripensiamo la città"

Al Festival Roma "partiamo dai bisogni delle donne"

ROMA, 13 giugno 2022, 20:03

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Per progettare una Roma che sia davvero uno spazio da abitare per tutti, bisogna partire dai bisogni delle donne". Maura Cossutta, presidente della Casa Internazionale delle Donne, oggi al FAR, Festival dell'Architettura di Roma alla tavola rotonda sui temi dell'inclusione e dell'abitare fragile, rilancia l'appello già raccolto dal sindaco della Capitale Roberto Gualtieri in ottobre e lo allarga all'assessore Tobia Zevi e all'Ordine degli Architetti di Roma. "In città mancava da tempo un vero dibattito pubblico sulla progettazione urbanistica, come visione politica", spiega Cossutta intervenuta insieme a diversi rappresentanti della scena sociale romana. "Quando si parla di costruire una città femminista, significa includere e progettare un luogo intersezionale che sia aperto a tutta la comunità, partendo dai più fragili, e non avere un approccio settoriale".
    Perché dove passa "un passeggino, passa una carrozzella; dove ci si sente al sicuro, c'è libertà".
    Un'idea di comunità cui aspira anche Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative del Comune di Roma: "La pandemia ci ha insegnato che l'inclusione passa per la condivisione: vorrei consegnare agli architetti la progettazione di un abitare condiviso e condivisibile per una Roma del futuro". Zevi non dimentica il problema delle case popolari: "A Roma mancano quasi 50mila abitazioni, manca una visione. Esiste la volontà da parte dei privati a contribuire al co-housing e all'edilizia agevolata, ma oggi è necessario anche un recupero virtuoso senza dimenticare l'idea di futuro".
    Anche l'architetto Mario Botta sul palco dell'Acquario Romano per la sua lecture sul tema sacro e profano, ribadisce che "non c'è architettura senza comunità e non c'è comunità senza architettura". L'architetto, dice, "lavora durante la pandemia e dopo una guerra: noi cerchiamo le origini del nostro mestiere e come architetti dobbiamo dare il significato su cosa è l'abitare oggi".
    La giornata prosegue alla Casa dell'Architettura con un dibattito sull'esperimento di un Urban Center come laboratorio di futuri spazi urbani. Domani, invece, il Festival si concentrerà sul tema del lavoro, presente e futuro.
   

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