Troneggiante al centro di una grande
vetrina, l'elegante giara rossa a disegni bianchi offre il primo
racconto tutto 'etrusco' dell'accecamento di Polifemo, una
rivisitazione in chiave locale dell'episodio cantato da Omero,
con il gigante che qui è rappresentato come un aristocratico
tirreno seduto su una sedia che la narrazione originale non
cita. Risale al VII secolo a. C., è stata restituita dal Getty
di Los Angeles, ed è solo uno dei tanti gioielli che fanno bella
mostra di sé nello spazio intrigante dell'Aula Ottagona a Roma
che da oggi ospita il nuovo Museo dell'Arte Salvata, voluto dal
ministro della Cultura Franceschini per dare il massimo della
visibilità ai tantissimi reperti che ogni anno vengono
recuperati e riportati in Italia grazie al lavoro dei
carabinieri dei beni culturali (Tpc).
Un museo simbolo dell'impegno italiano per la tutela del
patrimonio culturale, "un'iniziativa che dimostra ancora una
volta come in questo settore l'Italia abbia una leadership
internazionale", commenta soddisfatto il ministro, inaugurando
alla presenza del comandante generale dell'Arma dei Carabinieri
Teo Luzzi e del comandante dei carabinieri della cultura Roberto
Riccardi. "I nostri carabinieri per la tutela del patrimonio
culturale - insiste Franceschini alla vigilia del summit che
riunirà da domani a Napoli e proprio su questi temi 30 ministri
del Mediterraneo - sono un'eccellenza riconosciuta in tutto il
mondo".
Quello che da domani, 16 giugno, e fino al 15 ottobre
rimarrà in mostra nel nuovo museo prima di lasciare spazio ad
altri rientri, racconta il dg Musei del MiC Massimo Osanna, è
parte di un poderoso corpus di oggetti restituiti dagli Usa nel
2021, con numerosi pezzi di archeologia provenienti da diverse
civiltà. "In questo senso la mostra sarà la prima tappa di un
percorso di ricerca e di valorizzazione che riporterà le opere
nei territori di provenienza", precisa Osanna. Anche l'apertura
del museo è stata pensata come primo passo di un nuovo progetto,
quello di riprendere l'ipotesi - avanzata alla fine degli anni
'80- di riunificare in un'unica area archeologica (chiudendo un
tratto dell'attigua via Cernaia) le antiche strutture
diocleziane.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA