Una sessantina di giornalisti ha
partecipato al presidio che si è tenuto questo pomeriggio sotto
palazzo di giustizia a Genova in occasione dell'inizio del
processo per il pestaggio del giornalista di Repubblica Stefano
Origone avvenuto durante gli scontri di piazza Corvetto del 23
maggio 2019, in occasione di un comizio di Casapound. L'ordine
nazionale e regionale dei giornalisti, la Fnsi e l'Assostampa
ligure avevano chiesto di costituirsi parte civile ma il Gip
Silvia Carpanini ha rigettato con la motivazione che Origone non
sarebbe stato picchiato in quanto giornalista. Alla richiesta di
costituzione si era opposto anche il pm Gabriella Dotto. "E'
originale che il giudice escluda una costituzione di parte
civile ancora prima dell'accertamento dei fatti anziché
riservarsi" hanno detto il presidente dell'Ordine ligure dei
giornalisti Filippo Paganini e il segretario dell'assostampa
ligure Fabio Azzolini uscendo dall'aula. I quattro poliziotti
del reparto mobile di Bolzaneto, accusati di lesioni aggravate,
erano presenti in aula e tramite i loro avvocati Paolo Costa,
Sandro Vaccaro e Rachele De Stefanis hanno chiesto il rito
abbreviato. Il processo è stato aggiornato al prossimo 16
dicembre. Cesare Manzitti, che difende Stefano Origone, ha
depositato un consulenza tecnica di parte in cui, contrariamente
a quanto stabilito dal consulente della Procura, vengono
accertati danni permanenti alla mano sinistra del giornalista,
che ha subito diversi interventi chirurgici a due dita di una
mano. Nella prossima udienza verranno discussi in
contraddittorio tra le parti i video che documentano il
pestaggio, sulla base dei quali la squadra mobile di Genova,
delegata dalla Procura di Genova alle indagini sui colleghi, ha
ricostruito elementi di responsabilità a carico dei quattro.
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