E' in corso di svolgimento al
Teatro Nazionale di Genova la maratona dedicate al G8 e
intitolata "Il mondo che abbiamo, il mondo che avremo". Un
progetto ideato dal direttore artistico Davide Livermore e
realizzato con la consulenza di Andrea Porcheddu che ha
coinvolto nove autori degli otto Paesi partecipanti al G8 di
Genova 2001 con un drammaturgo belga per l'Ue. I nove testi
saranno messi in scena a gruppi di due a partire da domani nelle
diverse sale del Teatro, ma oggi vengono presentati in una
maratona divisa fra il Teatro Ivo Chiesa e il Teatro Modena. Ad
aprire è stato il testo di Fabrice Murgia (Belgio) "Change le
monde, trouve la guerre" nella traduzione di Anna Giaufret, con
la regia di Thea Dellavalle e l'interpretazione di Irene Petris,
Emanuele Righi, Alice Torriani. Un lavoro di forte impatto
drammatico basato sul ricordo di una donna allora diciassettenne
che rivive attraverso immagini conservate su hard disk la
violenza di allora in un continuo passare dal presente al
passato e viceversa. Applausi meritati ad autore e interpreti e,
a seguire, "Our heart learns" del canadese Guillermo Verdecchia
con la traduzione di Kiara Pipino e la regia di Mercedes
Martini. Sul palco, Martina Sammarco, Matteo Sintucci, Alberto
Giusta, Silvia Napoletano e Rita Castaldo a dar vita a una piece
che racconta l'impegno civile di alcuni giovani attraverso
summit, partecipazioni a marce e proteste che dal Canada
arrivano a Genova, e lo fa in una intelligente commistione fra
ironia e tragica realtà, mescolando sentimenti privati a
convinzioni collettive. Un bel testo, scritto con intelligenza e
interpretato assai bene. Il pomeriggio si è concluso con la
realizzazione di "Trascendance" di Sabrina Mahfouz (Gran
Bretagna) e "Sherpa" di Roland Schimmelpfennig. La maratona
proseguirà dalle 20 al Modena con gli ultimi cinque titoli in
programma: "Dati sensibili: new constructive ethics" di Ivan
Vyrypaev (Russia), "In situ" di Nathalie Fillion (Francia),
"Basta!" di Wendy MacLeod (USA) e "Genova 21" di Fausto
Paravidino.
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