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Ponte di Genova, aperto il processo, prossima udienza al 12 settembre

Diverse accuse per gli ex vertici e i tecnici di Autostrade e Spea

È stato rinviato al 12 settembre il processo per il crollo del ponte Morandi. La prima udienza, iniziata stamani, è già finita, "con anticipo clamoroso" come ha sottolineato il presidente del collegio Paolo Lepri. Oggi sono state presentate le richieste di costituzione di parti civili su cui i giudici decideranno a settembre. Il tribunale ha calendarizzato udienze fino al 19 luglio 2023. Le altre questioni che verranno affrontate dopo la pausa estiva riguarderanno la eventuale esclusione dei responsabili civili, cioè coloro che pagheranno in caso di condanna.

Tribunale autorizza trasferimento reperti, i costi saranno sostenuti da Aspi
 Il tribunale di Genova nella prima udienza per il crollo di ponte Morandi ha autorizzato il trasferimento, richiesto dal pubblico ministero Massimo Terrile, di buona parte dei reperti del ponte Morandi che sono conservati tuttora in una zona sotto il ponte dove dovrà sorgere il memoriale per le vittime e un polo tecnologico. I reperti saranno trasferiti "senza essere modificati in un capannone a Trasta" ha spiegato il pm e "le spese non saranno a carico di questo procedimento perché Autostrade per l'Italia ha fatto sapere che si farà carico del trasferimento stesso, della locazione del capannone e del guardianaggio". Il trasferimento comincerà a settembre e durerà alcuni mesi. Il presidente del tribunale Paolo Lepri ha autorizzato le parti con i propri consulenti a partecipare alle operazioni.

 

Ponte Morandi, inizia il processo. Comitato vittime: 'Speriamo emerga la verita''

   Per il crollo del ponte Morandi, il viadotto autostradale collassato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone, ci sono 59 persone imputate, tra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea (la società che si occupava di manutenzioni e ispezioni), attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato. Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per l'accusa, buona parte degli imputati immaginava che il ponte sarebbe potuto crollare ma non fecero nulla. Aspi e Spea sono uscite dal processo patteggiando circa 30 milioni.

Ponte: Comitato arancione porta 180 istanze civili 
Sono 180 le richieste di costituzione di parte civile presentate dal Comitato zona arancione al processo per il crollo del Ponte Morandi. "Abbiamo due tipologie di danneggiati - spiega l'avvocato Andrea Mortara - aziende e privati. Per quando riguarda le aziende si tratta di piccoli e medi imprenditori che hanno subito un drastico calo di fatturato e in alcuni casi aziende che hanno dovuto chiudere. Una situazione particolare è quella dei soggetti privati su cui lanciamo una sfida, vale a dire far entrare nel processo coloro che hanno subito un danno nella loro vita di relazione, perché hanno passato per mesi ore nel traffico o perché non potevano andare a trovare i loro famigliari a causa dell'isolamento". A chi gli chiede se un numero molto alto di parti civili - sono circa 300 in totale quelle che proveranno a costituirsi stamani, oltre alle 330 già ammesse - non rischi di rallentare eccessivamente il processo l'avvocato risponde: "Sarà il tribunale a decidere, noi ovviamente riteniamo non si debba sacrificare il legittimo interesse di chi ha subito danni enormi per la dinamica processuale".
   

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