"Produrre nelle Marche vogliamo significhi ottenere un prodotto di qualità: siamo l'unica Regione che ha costituito distretto del biologico, grazie a voi". Le parole del vice presidente della Regione e assessore all'Agricoltura Mirco Carloni indirizzate agli aderenti durante la firma per costituire del Distretto Biologico nelle Marche a cui partecipano finora circa 2.200 aziende (oltre 100 milioni di fatturato aggregato) e sette associazioni (Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura, Legacoop, Confcooperative, Agci). La sottoscrizione, con l'intervento del notaio Renato Bucci, nella sala del Consiglio (dopo la seduta odierna) con l'Aula popolata dagli aderenti al distretto bio anche su banchi della giunta.
La società cooperativa sarà attiva fino al 2050, prorogabile, ha scopo mutualistico senza fini di speculazione privata: l'obiettivo statutario è "promuovere, valorizzare, far conoscere il modello di produzione biologica marchigiana in Italia e all'estero". Il consiglio d'amministrazione resterà in carica per tre anni. Alla firma dell'atto costitutivo era presente anche il presidente della Regione, Francesco Acquaroli: "Oggi è il passo fondamentale di una sfida per costruire il futuro, - ha commentato - per segnare la capacità di essere all'avanguardia e saper aggregare i territori con un obiettivo comune. È un traguardo ambizioso che ha visto la totale adesione e partecipazione dei soggetti coinvolti, i presupposti cioè per fare bene e costruire un futuro solido. Tengo molto al settore che è un'eccellenza, orgoglioso che dalle Marche parta una sfida di avanguardia per l'Italia e oltre. Dobbiamo rallegrarci e sentirci responsabili insieme per poter essere protagonisti di un nuovo futuro di sviluppo per le Marche".
"Con questa formalizzazione - ha ricordato Carloni - le Marche rilanciano la tradizione dell'essere la culla del biologico italiano e scrivono una nuova pagina della storia dell'agricoltura marchigiana. La regione vanta imprese in continua crescita e una solida filiera legata all'attività di trasformazione e vendita, e in alcuni ambiti è leader in Italia.
Con i nostri 4mila agricoltori, siamo tra le regioni con la crescita più alta nel numero di operatori". (ANSA).