Agricoltori molisani
"vessati da un'emergenza che ha raggiunto livelli non più
tollerabili". Aniello Ascolese, direttore regionale di
Coldiretti Molise, torna a denunciare "la drammaticità della
situazione dettata dai danni provocati dalla fauna selvatica"
focalizzando l'attenzione sui lupi "e i danni che questa specie
sta provocando agli allevamenti".
"Non bastavano i cinghiali - afferma - in loro supporto
arrivano anche i lupi che nel corso del 2020 hanno predato
centinaia di capi, in particolare puledri, capi bovini ed
ovicaprini. Non è possibile per chi fa allevamento allo stato
brado recintare i pascoli, per questo - ricorda - lo scorso
maggio, Coldiretti ha chiesto alla Regione di intervenire con
una mappatura delle zone, classificandole in relazione al tasso
di rischio effettivo. Questo per modulare diversamente le misure
di prevenzione e distinguere all'interno della specie i veri
lupi, dagli ibridi. Nel primo caso gli animali andranno
sicuramente protetti, nel secondo sarà necessario mettere in
campo un piano di prelievi, anche a salvaguardia della specie".
"E' necessario e urgente - avverte il delegato confederale -
Giuseppe Spinelli - intervenire su una questione che se non
gestita, renderà impossibile l'allevamento allo stato brado. La
situazione - spiega - è molto più grave di quanto non si pensi.
L'incapacità di assicurare un equilibrio tra la presenza delle
aziende e quella della fauna selvatica, ormai fuori controllo,
rischia seriamente di determinare uno stravolgimento degli
habitat naturali e l'abbandono delle aree interne e montane, con
evidenti effetti sull'assetto idrogeologico del territorio che
andrebbero a ripercuotersi sull'intera collettività, tanto più
considerando i sempre più evidenti sfasamenti climatici. Il
limite - conclude - sta per essere superato e questo non
possiamo permettercelo".
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