Erano state
conservate con un nastrino rosso e custodite in una cassa con
altri effetti familiari. Lettere scritte a partire dall'8
novembre 1943, mentre il paese di San Pietro Avellana (Isernia)
veniva raso al suolo, dall'insegnante Lidia Mastracchio
Santilli. Scritti e parole che ora sono documentazione storica,
capace di narrare gli eventi della seconda guerra mondiale sul
fronte della 'Linea Gustav'.
Sono state presentate al pubblico con un evento dal titolo
'San Pietro Avellana tra memorie familiari e storia condivisa',
organizzato dal Comune e con la partecipazione di Nietta
Santilli, figlia dell'insegnante autrice delle lettere, lo
storico Franco Valente, Marcello Veneziale, esperto del periodo
storico, e lette al pubblico attraverso l'interpretazione
dell'attrice Patrizia Di Martino. Le lettere sono tornate alla
luce dopo quasi 80 anni e narrano la storia di una donna rimasta
nel suo paese mentre la popolazione fuggiva per salvarsi. Lidia
era restata insieme al marito per difendere la fornace,
strumento di lavoro, scrivendo continuamente ciò che stava
accadendo intorno a lei. L'insegnante assisteva alla distruzione
di San Pietro Avellana descrivendo sofferenze, dolori, emozioni
del vivere bombardati dalla guerra e dal 'genio guastatore dei
tedeschi', i timori, la sensazione che il paese sarebbe stato
risparmiato, la consapevolezza poi del totale annientamento.
"Grazie a queste lettere - ha sottolineato Nietta Santilli -
si possono conoscere aspetti della guerra non facilmente
accessibili". Pezzi di storia, dunque, che ora si fanno memoria
collettiva. L'amministrazione comunale di San Pietro Avellana
guidata da Simona De Caprio si impegnerà nel fare una
pubblicazione dedicata alle lettere per esporle nel Museo
dell'Alto Molise che, tra le altre sezioni, ne ospita una
multimediale 'Autunno '43', dedicata alle vicende della
distruzione e ricostruzione del paese e della liberazione
dell'Italia.
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