La Federazione italiana dei
medici di Medicina generale (Fimmg) del Molise, in relazione al
bando dell'Asrem per reclutare medici da incaricare negli
istituti penitenziari regionali, esprime "forti perplessità per
la mancanza del riconoscimento della professionalità acquisita
dai medici che da anni lavorano nelle strutture molisane,
nonostante le gravi criticità in cui versa il servizio". "Come
sindacato - spiega Pasquale Del Greco, rappresentante regionale
Medicina Penitenziaria e responsabile sanitario del carcere di
Campobasso - avevamo accolto con favore questo avviso, ma non vi
è stata alcuna tutela riguardo ai medici già in servizio, a
differenza dei bandi precedenti, come quello per le ex Usca in
cui veniva riconosciuto un punteggio a pregresse attività nelle
carceri".
Per questo Fimmg chiede "un tavolo di trattativa per
valorizzare ruolo e professionalità del medico di medicina
penitenziaria e renderlo un impiego attrattivo per i giovani
medici". "Si parla di un setting lavorativo totalmente
differente da altri contesti sanitari, difficile e rischioso non
solo dal punto di vista clinico e fisico, ma anche medico
legale. Ci si trova ad affrontare con più frequenza patologie
relative a dipendenze patologiche associate alla doppia diagnosi
psichiatrica e a prendere in carico detenuti extracomunitari
affetti da malattie rare nel mondo occidentale, il tutto
complicato da barriere culturali e linguistiche. Spesso il
professionista è di fronte a disposizioni del Ministero della
Giustizia che possono scontrarsi e/o essere in antitesi con la
professione medica e serve un bagaglio di conoscenze tecniche
specifiche per le quali non si viene sufficientemente formati in
università o nel post laurea. Un momento apparentemente banale,
ma ad altissimo rischio, è l'ingresso in carcere. Esso non si
limita alla visita medica, ma prevede una valutazione
psicologica di una persona di cui spesso si sa poco o nulla e
che comprende la determinazione del rischio suicidario, oltre
che la pericolosità. E' il medico di medicina penitenziaria che
si assume la responsabilità di stabilire il tipo di sorveglianza
da adottare, oltre che di impostare un piano terapeutico da
seguire".
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