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Storia: nel 1953 Italia e Jugoslavia a un passo da guerra

T.Montini, per controllo Trieste. Sventato da potenze Occidente

21 febbraio, 17:15
(ANSA) - BELGRADO, 21 FEB - Italia e Jugoslavia furono vicinissime a scontrarsi in un conflitto armato a tutti gli effetti per il controllo di Trieste, nel 1953, al tempo città sotto amministrazione internazionale, uno scenario esplosivo sventato grazie all'intervento dietro le quinte delle potenze occidentali. Il quadro è stato confermato dalle ricerche dello storico Federico Tenca Montini, autore di 'La Jugoslavia e la questione di Trieste, 1945-1954', di recente pubblicato da Il Mulino.

"Nell'autunno del 1953 sì arrivò ad una concentrazione di truppe italiane e jugoslave nell'area di confine" a ridosso delle zone A e B, spiega lo studioso in un'intervista all'ANSA. Dal 1947 fino al 1954, Trieste (zona A) fu amministrata dalle potenze alleate, mentre alla Jugoslavia venne provvisoriamente assegnata l'amministrazione della cosiddetta zona B, a sud della città.

"Il ritrovamento della bozza di un appello" jugoslavo "al segretario dell'Onu, in preparazione sulla scrivania di Tito, testimonia che se le truppe italiane avessero violato il confine della Zona A, Belgrado avrebbe risposto ordinando lo stesso, in modo da ottenere una tregua e bloccare il passaggio di Trieste all'Italia", continua Tenca Montini.

Secondo gli studi del ricercatore, effettuati in prima persona negli archivi di tutta la ex Jugoslavia, il vulnus sarebbe stato proprio l'intervento italiano, pianificato dal governo Pella, esecutivo debole sul fronte interno, che avrebbe voluto sfruttare l'occupazione di Trieste per accrescere il proprio prestigio e la popolarità. Pella, succeduto a De Gasperi, era un primo ministro che drammatizzò "l'irrisolta vertenza confinaria mandando truppe al confine con una scusa", vale a dire "la cattiva traduzione di un comunicato jugoslavo," continua il ricercatore. "Se le truppe italiane avessero varcato i confini della Zona A, spiega Tenca Montini, sarebbe seguita subito l'inevitabile risposta militare jugoslava". Conflitto italo-jugoslavo per Trieste che fu di fatto "evitato grazie a Belgrado, che riuscì a bloccare tutto per vie diplomatiche", coinvolgendo gli anglo-americani che "dissuasero Pella", appena in tempo.

"E' stato emozionante avere tra le mani, dopo una serie di grigi rapporti diplomatici, quello che è sostanzialmente una dichiarazione di guerra con i riferimenti spaziali e temporali lasciati in bianco per essere riempiti all'ultimo secondo", svela il ricercatore. "Una serie di documenti inequivocabili testimoniano inoltre che Belgrado era sul punto di mutare la sua strategia e di attuare manovre per attivare il Territorio Libero di Trieste (Tlt) attraverso una cogestione di governatori nominati da Jugoslavia e Italia a turno, in modo da mantenere un margine di ingerenza sul territorio", aggiunge lo studioso.

Guerra che, fortunatamente, non si concretizzò, mentre nel 1954 si arrivò al memorandum d'intesa a Londra, in cui Roma e Belgrado si spartirono provvisoriamente zona A (Trieste) e zona B (parte jugoslava) e poi al passaggio di poteri dall'amministrazione alleata a quella italiana della città giuliana, nell'ottobre del 1954. (ANSA).

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