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Balcani: Oms, 'Roadmap necessaria per colmare gap sanitario'

Intervista con Hans H. P. Kluge, direttore regionale Oms Europa

02 gennaio, 16:43
(ANSA) - UDINE, 02 GEN - La "Roadmap per la salute nei Balcani occidentali (2021 - 2025)" è stata approvata congiuntamente dall'OMS Europa, dall'Ince, e dall'Ince Balcani occidentali il 3 dicembre a Budva (Montenegro). Grazie a questo documento, i Paesi coinvolti si impegneranno ad adottare una serie di azioni per migliorare i sistemi sanitari e gli standard di efficienza, ispirandosi ai principi di cooperazione e solidarietà. In questa intervista con il direttore regionale Oms Europa, Hans Henri P. Kluge, un'analisi del documento e della situazione nei Balcani Occidentali.

Direttore, quali sono i principali obiettivi di questo documento? "La Roadmap dei Balcani occidentali per la salute e il benessere mira a colmare i divari sanitari tra i Balcani occidentali e l'Unione europea. Come direttore regionale, sosterrò pienamente questa regione per aumentare l'aspettativa di vita e l'alfabetizzazione sanitaria, diminuire la mortalità infantile e materna, espandere l'accesso alla copertura sanitaria universale e formare gli operatori sanitari, per non parlare dell'utilizzo della salute per migliorare la stabilità e garantire la prosperità alla gente della regione". La Roadmap dei Balcani occidentali ha tre obiettivi principali. La salute deve essere prioritaria nelle agende politiche e nei processi intergovernativi dei Balcani occidentali. Il secondo obiettivo è l'investimento nella salute all'interno e all'esterno della subregione. Infine, il terzo obiettivo è concentrarsi sui progetti fondamentali e tecnicamente validi che abbiano il potenziale per affrontare i punti critici dei sistemi sanitari della subregione".

L'incontro tenutosi a Trieste il 22 e 23 novembre e promosso dall'Ince e dall'OMS Europa è stata una tappa della "Roadmap for health in the Western Balkans (2021 - 2025)". Di quale tipo di aiuto hanno più bisogno i paesi dei Balcani occidentali nel settore sanitario in questo momento? "Nel mezzo della drammatica recessione economica, la pandemia ha acceso un riflettore sulla necessità di maggiori investimenti nella salute nei Balcani occidentali. La pandemia ha posto un onere eccessivo sui sistemi sanitari della subregione, amplificando deficit di lunga data in una serie di aree. Per il futuro, i Balcani hanno bisogno di investimenti nell'assistenza sanitaria di base e nei servizi essenziali per sostenere meglio i periodi di crisi; protezione sanitaria e sociale dei gruppi emarginati e vulnerabili; meccanismi di governance e amministrazione nei sistemi sanitari e sociali; tecnologie digitali che possono contribuire a migliorare l'efficienza e la responsabilità, nonché a migliorare l'interfaccia tra persone e servizi sanitari".

Come sta lavorando l'OMS sulla cooperazione regionale e sub-regionale per cercare di contenere i danni di questa situazione? "La cooperazione subregionale è un elemento costitutivo del multilateralismo e della prosperità condivisa che non lascia nessuno indietro. Il persistente divario sanitario esacerbato dalla pandemia richiede un'azione urgente, sostenuta e decisiva da parte dei Balcani Occidentali e dei partner. La solidarietà e l'unità sono necessarie per costruire responsabilmente sistemi sanitari e di salute pubblica solidi, resistenti e pronti ad affrontare le sfide future. La Roadmap offre un approccio innovativo per realizzare le priorità sanitarie fondamentali che i Paesi di tutta Europa e dell'Europa centrale hanno concordato nel Programma di lavoro europeo 2020-2025, United Action for Better Health, per non lasciare nessuno indietro".

In alcuni paesi dei Balcani e dell'Europa orientale, il contagio si sta diffondendo e le strutture sanitarie sono messe a dura prova. Quali sono le misure più urgenti da prendere?  "Il mio consiglio agli europei è di vaccinarsi perché non siamo ancora fuori pericolo e la gente non dovrebbe abbassare la guardia. Esorto la gente dei Balcani a vaccinarsi il più presto possibile e con la serie completa. La sottoregione ha tassi di assorbimento del vaccino inferiori alla media e con la variante Delta, altamente trasmissibile, ancora dominante nella regione, e Omicron che si diffonde velocemente, è vitale proteggere le comunità da gravi malattie e dalla morte. E' importante vaccinare la popolazione, somministrare una terza o ulteriori dosi se l'immunità sta calando, raddoppiare il tasso di uso della mascherina negli spazi interni affollati, applicare nuovi protocolli clinici terapeutici: ci sono nuovi antivirali in arrivo sul mercato che potrebbero cambiare le carte in tavola nel trattamento del Covid-19. Ma prevenire è meglio che curare e prima di tutto dovremmo cercare di evitare di contagiarci. E poi solidarietà internazionale. Nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro, e dobbiamo sostenerci a vicenda, condividere le dosi di vaccino, condividere le conoscenze e i dati. Il mondo ricco, in particolare il G7 e il G20, deve svolgere un ruolo più grande e coordinato".

Pensa ch il vaccino dovrebbe essere somministrato ogni anno, come si fa per altre malattie?  L'OMS solleciterà le aziende farmaceutiche ad adattare i futuri vaccini alle nuove varianti? "Questo è molto difficile da prevedere perché siamo in un territorio inesplorato. Ogni giorno stiamo imparando di più sul virus SARS-CoV-2 e su come gli attuali vaccini rispondono alle diverse varianti. Dovremo aspettare e vedere come l'immunità regge dopo tre dosi. Sappiamo che l'immunità comincia a diminuire circa sei mesi dopo aver ricevuto una seconda dose. Il covid è qui per rimanere, e probabilmente diventerà un virus endemico, proprio come l'influenza stagionale. In questo scenario, alle popolazioni vulnerabili verrà offerto un vaccino covid ogni anno, in vista dell'inverno. Le aziende farmaceutiche sono pronte ad adattare i vaccini attuali alle nuove varianti, se necessario, ed è davvero un miracolo della scienza moderna che possano rapidamente modificare i vaccini e iniziare a produrre vaccini aggiornati".

In Germania, dove il numero di vaccinati è molto più alto e il servizio sanitario è migliore e più diffuso, il contagio è dilagante. Perché? "I tassi di infezione nella regione europea sono i più alti che siano mai stati, e ci aspetta una strada difficile. Ci sono una serie di fattori per questo: la variante Delta, altamente trasmissibile, è dominante nella regione; ci sono ancora milioni di persone nella nostra regione che non sono vaccinate e sono suscettibili alla SARS-CoV-2.; ci stiamo mescolando di più e a causa del clima più freddo e passiamo più tempo a riunirci al chiuso; l'uso di tattiche note per frenare la diffusione del virus - come usare la mascherina in spazi chiusi, confinati e affollati o mantenere la distanza di sicurezza - rimane irregolare. Ma abbiamo gli strumenti per aiutare a controllare questa pandemia, non è una questione di caso ma di scelta, e spetta a tutti noi, politici e cittadini, fare la nostra parte".

Qual è la lezione più importante appresa di cui tenere conto anche durante questa quarta ondata?  "È troppo tardi per prevenire una quarta ondata in Europa, abbiamo perso questa opportunità. In questo momento, tutti i nostri sforzi devono essere per ridurre la trasmissione.

Dobbiamo anche aumentare la diffusione del vaccino, non solo per salvare vite, ma per evitare che i nostri sistemi sanitari cedano sotto la pressione. Ma nel medio e lungo termine, dobbiamo adottare un approccio diverso a questa pandemia. Il virus è sempre un passo avanti a noi, e noi dobbiamo recuperare il tempo perduto, e stare davanti al virus. Prevenire è sempre meglio che curare e dovremmo fare tutto ciò che è in nostro potere per evitare l'infezione in primo luogo, attraverso una serie di strumenti, tra cui la vaccinazione, ma anche l'uso di mascherine, la distanza fisica, il lavaggio delle mani e la ventilazione. Ci sono molte lezioni da imparare, ma l'unico insegnamento da trarre deve essere che non possiamo affrontare questa pandemia e qualsiasi emergenza sanitaria futura da soli.

Ecco perché è così importante che rimaniamo aperti al dialogo con tutte le parti interessate, a livello locale, nazionale, regionale e globale, sostenendo il multilateralismo, utilizzando la scienza e le prove per informare le nostre decisioni. Alla fine, però, falliremo se non ci sarà la volontà politica. Senza di essa, nessuna scienza potrà prevenire la prossima grande emergenza sanitaria". (ANSA).

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