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Kosovo respinge referendum per serbi, 'viola costituzione'

Conclusa riunione presidente e premier con ambasciatori

15 gennaio, 17:41
(ANSA) - BELGRADO, 15 GEN - La dirigenza di Pristina ha respinto l'appello dei cinque Paesi occidentali - Usa, Germania, Francia, Italia, Gb - e della Ue a organizzare domenica il referendum sulla giustizia anche per i serbi del Kosovo, sostenendo che ciò sarebbe una chiara violazione della costituzione e delle leggi del Kosovo.

In una dichiarazione congiunta diffusa al termine della riunione con i diplomatici dei cinque Paesi occidentali e della Ue, la presidente del Kosovo Vjosa Osmani, il premier Albin Kurti e il presidente del parlamento Glauk Konjufca hanno osservato che "l'apertura di seggi elettorali della Serbia in Kosovo costituisce una violazione della costituzione e delle leggi del Kosovo, nonché delle pratiche internazionali". Un tale atto, aggiungono, si configura come violazione dell'integrità territoriale dello stato indipendente e sovrano del Kosovo da parte della Serbia. I cittadini serbi del Kosovo con doppia cittadinanza, è stato ribadito nel documento congiunto della dirigenza kosovara, "avranno il diritto di votare secondo gli standard e le pratiche internazionali, vale a dire via posta o all'Ufficio di collegamento a Pristina". Le istituzioni kosovare hanno quindi invitato la comunità internazionale ad applicare gli stessi standard nei confronti del Kosovo come avviene con qualsiasi altro Paese, poiché "l'indipendenza del nostro Paese non è solo riconosciuta dalla maggior parte degli Stati democratici del mondo, ma è stata anche suggellata dalla Corte internazionale di giustizia". "La costituzione del Kosovo, le leggi vigenti in Kosovo così come il diritto internazionale e la prassi internazionale non riconoscono il diritto di uno stato di tenere un referendum nel territorio sovrano di un altro Stato", si afferma nella dichiarazione congiunta di presidente, premier e capo del parlamento. "Pertanto le pratiche fin qui applicate dal 2012 sono incostituzionali, e di conseguenza non sono un obbligo per le attuali istituzioni della Repubblica del Kosovo, derivanti dalla chiara volontà dei cittadini espressa il 14 febbraio 2021" (data del successo elettorale del partito 'Autodeterminazione' del premier Albin Kurti, ndr). Il riferimento alle pratiche applicate dal 2012 riguarda la decisione dei precedenti governi kosovari di consentire, in occasione di appuntamenti elettorali in Serbia, l'allestimento in Kosovo, in collaborazione con l'Osce, di seggi elettorali per consentire alla popolazione serba di votare. Anche alcuni partiti di opposizione hanno concordato con il governo sull'inammissibilità del referendum per i serbi del Kosovo.

(ANSA).

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