(ANSA) - ROMA, 05 SET - "Era tutto previsto, la mia
scaramanzia mi impedisce di esprimermi prima, ma il contrario
avrebbe significato aver lavorato male: noi sapevamo di aver
lavorato alla grande. Sui risultati ci aspettavamo qualcosina
che forse è mancato, ma siamo più che soddisfatti e consapevoli
che forse a Tokyo si sta concludendo un ciclo iniziato 12 anni
fa su cui abbiamo investito e creduto molto, lo testimonia una
delegazione con più del 50% di esordienti, molti dei quali a
medaglia, ma la metà erano veterani". Lo ha detto Luca Pancalli,
presidente del Comitato Paralimpico Italiano, nella conferenza
stampa consuntiva dei Giochi Paralimpiadi. "Parigi è fra 3 anni,
giusto guardare al futuro, ma bisogna rimettersi al lavoro
subito. Il risultato di ieri è stata la più bella istantanea con
cui chiudere una Paralimpiade bellissima per i risultati e per
aver regalato dalla testimonianza di ogni singolo atleta
l'immagine dell'Italia più bella, del Paese che sta tentando
faticosamente di uscire dalla pandemia - sottolinea -.
L'immagine di atleti che hanno fatto della loro resilienza la
connotazione non solo come atleti, ma di uomini e donne di
questo Paese, forse anche per questo abbiamo ricevuto tanto
affetto e calore. Vedere le principali testate aprire oggi con
l'immagine delle nostre atlete, mi ha fatto dare un pizzicotto
per vedere se fosse vero o se stessi sognando: con orgoglio dico
che noi abbiamo lavorato per questo. Ora si riparte come abbiamo
sempre fatto, non addormentandoci sugli allori, ma sapendo che
stiamo giocando una partita molto lunga e che il risultato deve
ancora arrivare".
"Ho ricevuto messaggi da persone che non conosco, mia madre
che ha 86 anni è stata la nostra prima tifosa: siamo contagiosi,
questo contagio è positivo. Mi auguro non si spenga con la
fiaccola - conclude -. Su questa fiaccola bisogna costruire
un'Italia migliore: nel nostro Paese ci sono 3 milioni di
disabili, togliendo gli anziani abbiamo più di un milione di
ragazzi da intercettare. Tutto quello che abbiamo fatto a Tokyo,
spero aiuti a tenere alti i riflettori sui percorsi di politica
sportiva e sociale necessari per fare in modo che la nostra
delegazione non sarà di 113 atleti, ma magari di 300 o 350".
(ANSA).