Il 24 febbraio un tribunale russo di Abakan ha condannato Valentina Baranovskaja, 70 anni, e suo figlio Roman Baranovskij, 46 anni, rispettivamente a due e sei anni di reclusione unicamente perché professano la religione dei Testimoni di Geova. La sentenza segue una controversa decisione della Corte Suprema russa, che nel 2017 aveva sciolto gli enti legali dei Testimoni in Russia e Crimea. Valentina Baranovskaja è la prima donna testimone di Geova a essere condannata e incarcerata in Russia dal 2017.
Rachel Denber, vicedirettrice della divisione di Human Rights Watch per l'Europa e l'Asia Centrale, ha affermato: "Si tratta di un vergognoso errore giudiziario. Nessuno dovrebbe essere incriminato, né tantomeno incarcerato, per aver preso parte a pacifiche attività religiose. Valentina Baranovskaja e suo figlio, Roman Baranovskij, non hanno fatto nulla di male, e dovrebbero essere rilasciati immediatamente. Le autorità russe devono porre fine alla campagna di persecuzione intrapresa contro i Testimoni di Geova". Sulla stessa linea il Dipartimento di Stato degli Usa: "Siamo sgomenti [...]. La condanna di Valentina, vittima di un ictus a 69 anni, è particolarmente crudele".
Il 10 febbraio 2021 un altro testimone di Geova, Aleksandr Ivšin, è stato condannato a sette anni e mezzo di prigione. Si tratta della pena più lunga inflitta a un testimone di Geova dal 2017. Tra i "crimini" commessi da Aleksandr ci sarebbero l'aver organizzato pacifiche funzioni religiose in videoconferenza e l'aver cantato canti basati sulla Bibbia.
Secondo molti esperti, la persecuzione dei testimoni di Geova in Russia è sobillata dalla Chiesa Ortodossa russa e da gruppi "anti-sette" collegati alla controversa Fecris. Il 23 luglio 2020 l'Unione Europea si è detta "preoccupata per la persecuzione dei Testimoni di Geova in Russia" e ha affermato che "tutte le persone, compresi i Testimoni di Geova, devono essere in grado di esercitare pacificamente i propri diritti, compreso il diritto alla libertà di religione, di riunione pacifica e di espressione, senza discriminazioni".
La persecuzione dei Testimoni di Geova a livello nazionale in Russia e in Crimea - secondo dati forniti da jw.org - ha visto 199 procedimenti penali, che coinvolgono 440 fedeli. Sono 52 le persone incarcerate (il numero più alto dalla sentenza della Corte Suprema del 2017) e 27 le persone agli arresti domiciliari; 1.327 le abitazioni dei Testimoni fatte oggetto di irruzioni da quando, nel 2017, la Corte Suprema ha fatto sciogliere i loro enti legali. Sono 39 gli uomini e le donne che sono stati condannati nel 2020 in base all'articolo 282 comma 2 del codice penale della Federazione Russa (oltre il doppio rispetto alle 18 condanne emesse nel 2019) e 72 le persone incarcerate temporaneamente o in seguito a condanna nel 2020.