"Quando siamo davanti a una persona povera siamo chiamati a un amore che ce la fa sentire nostro fratello, nostra sorella; e ciò è possibile grazie a Cristo, presente proprio in quella persona". Lo ha detto oggi papa Francesco ricevendo in udienza nella Sala Clementina la Delegazione del Centro Francescano di Solidarietà di Firenze.
"Andate avanti con coraggio nel vostro lavoro!", ha esortato il Pontefice i suoi ospiti, ricordando come "da tanti anni, nella città di Firenze, svolgete un prezioso servizio di ascolto e di vicinanza alle persone che si trovano in condizioni economiche e sociali difficili: famiglie che devono affrontare disagi di vario genere; anziani o persone disabili che hanno bisogno di sostegno e di compagnia". "Desidero anzitutto dirvi 'grazie' per questo - ha affermato -. In un mondo che tende a correre a due velocità, che da una parte produce ricchezza ma, dall'altra, genera disuguaglianza, voi siete un'efficace opera di assistenza, basata sul volontariato, e, allo sguardo della fede, siete tra quelli che gettano i semi del Regno di Dio".
Il Papa ha sottolineato che Dio "è un Padre che vuole custodire, difendere e promuovere la dignità di ogni suo figlio e figlia, e che ci chiama a costruire le condizioni umane, sociali ed economiche perché nessuno venga escluso o calpestato nei suoi diritti fondamentali, nessuno debba soffrire per la mancanza del pane materiale o per la solitudine".
"In questa vostra opera siete ispirati dalla testimonianza luminosa di San Francesco d'Assisi, che praticò la fraternità universale", ha quindi aggiunto. "Cercando di seguire il suo esempio, voi portate avanti da quasi quarant'anni questo servizio, che è un segno concreto di speranza, e anche segno di contraddizione nella trafficata vita della città, dove tanti si ritrovano soli con la propria povertà e sofferenza - ha evidenziato il Papa -. Un segno che riscuote le coscienze assopite e invita a uscire dall'indifferenza, ad avere compassione di chi è ferito, a chinarsi con tenerezza su chi è schiacciato dal peso della vita".
"Abbiamo detto le tre parole che sono lo stile di Dio - ha poi concluso 'a braccio' -: vicinanza, compassione e tenerezza. Questo è lo stile di Dio e questo dovrebbe essere il vostro stile: vicinanza, compassione e tenerezza".