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Papa: basta scontri in Terra Santa, trovare via dialogo e pace

"Morte dei bambini è inaccettabile, così si distrugge il futuro"

    "Mi chiedo: l'odio e la vendetta dove porteranno? Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l'altro?". Sono accorate le parole di papa Francesco nel suo forte appello, subito dopo la recita del Regina Caeli, per la fine degli scontri in Terra Santa fra israeliani e palestinesi e del "crescendo di odio e violenza" che rischia di sfociare in un'inarrestabile "spirale di morte e distruzione".

    "Seguo con grandissima preoccupazione quello che sta avvenendo in Terra Santa - dice il Pontefice -. In questi giorni, violenti scontri armati tra la Striscia di Gaza e Israele hanno preso il sopravvento, e rischiano di degenerare in una spirale di morte e distruzione". "Numerose persone sono rimaste ferite, e tanti innocenti sono morti", ricorda Francesco, anche con una dolorosa sottolineatura: "tra di loro ci sono anche i bambini, e questo è terribile, è inaccettabile. La loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro, ma lo si vuole distruggere".

    Inoltre, "il crescendo di odio e di violenza che sta coinvolgendo varie città in Israele è una ferita grave alla fraternità e alla convivenza pacifica tra i cittadini, che sarà difficile da rimarginare se non ci si apre subito al dialogo".

    "In nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro", continua papa Bergoglio citando il Documento sulla Fratellanza umana firmato nel 2019 ad Abu Dhabi, "faccio appello alla calma e, a chi ne ha responsabilità, di far cessare il frastuono delle armi e di percorrere le vie della pace, anche con l'aiuto della Comunità internazionale".

    "Preghiamo incessantemente affinché israeliani e palestinesi possano trovare la strada del dialogo e del perdono, per essere pazienti costruttori di pace e di giustizia, aprendosi, passo dopo passo, ad una speranza comune, ad una convivenza tra fratelli", aggiunge. "Preghiamo per le vittime, in particolare per i bambini; preghiamo per la pace la Regina della pace", chiude il Papa recitando l'Ave Maria con i fedeli di Piazza San Pietro.

    Già domenica scorsa, sempre al Regina Caeli, Francesco aveva lanciato un appello contro il ritorno della violenza in Medio Oriente, allora limitato alla sola Gerusalemme, invitando le parti a "cercare soluzioni condivise", e intimando: "La violenza genera solo violenza. Basta con gli scontri". Ma la successiva escalation tra Gaza e Israele lo ha mosso ancor più a far sentire la sua voce chiamando in causa anche la Comunità internazionale.

    Sempre stamane, Francesco ha toccato un altro punto 'caldo' della geopolitica globale, a lui particolarmente caro, celebrando una messa per la comunità del Myanmar residente a Roma e invitando, dopo il colpo di Stato militare del 1/o febbraio e la dura repressione contro i manifestanti pro-democrazia, a "non cedere alla logica dell'odio e della vendetta".

    "Oggi voglio portare sull'altare del Signore le sofferenze del vostro popolo e pregare con voi perché Dio converta i cuori di tutti alla pace", ha affermato nell'omelia, aggiungendo: "Dove c'è guerra, violenza, odio, essere fedeli al Vangelo e artigiani di pace significa impegnarsi, anche attraverso le scelte sociali e politiche, rischiando la vita. Solo così le cose possono cambiare".

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