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Il Papa respinge le dimissioni del cardinale Marx

"Su catastrofe abusi dobbiamo chiedere la grazia della vergogna"

    Papa Francesco ha respinto le dimissioni del cardinale di Monaco Reinhard Marx. Dopo la missiva dello scorso 4 giugno in cui il porporato presentava la rinuncia all'ufficio di arcivescovo di Monaco e Frisinga, il Pontefice gli ha fatto pervenire oggi una lettera di risposta in cui gli chiede di continuare la sua missione nell'arcidiocesi tedesca. Risposta che è anche una profonda riflessione sulla piaga della pedofilia, avendo Marx legato la sua rinuncia a "un fallimento istituzionale e sistematico" per la crisi degli abusi in Germania, di cui si è assunto la "corresponsabilità", e a una Chiesa giunta ormai "a un punto morto".

    Nella sua lettera in spagnolo, Bergoglio ringrazia dapprima Marx per il suo "coraggio" che "non teme la croce". "Tutta la Chiesa sta in crisi a causa della questione degli abusi - scrive -; ancora di più, la Chiesa oggi non può compiere un passo avanti senza accettare questa crisi. La politica dello struzzo non porta a niente". E "accettare la crisi, personale e comunitaria, è l'unico cammino fecondo perché da una crisi non si esce da soli ma in comunità". Il Pontefice conviene con Marx "nel definire catastrofe la triste storia degli abusi sessuali e il modo di affrontarla che ha adottato la Chiesa fino a poco tempo fa", afferma. "Dobbiamo farci carico della storia, sia personalmente sia comunitariamente. Non si può rimanere indifferenti dinanzi a questo crimine. Accettarlo presuppone entrare in crisi".

    Per il Papa, "è l'unico cammino, perché fare 'propositi' di cambiamento di vita senza 'mettere la carne sulla brace' non porta a nulla". E "ogni Vescovo della Chiesa deve accettarlo e domandarsi: che devo fare di fronte a questa catastrofe?". "Il 'mea culpa' davanti a tanti errori storici del passato lo abbiamo fatto più di una volta dinanzi a molte situazioni anche se non abbiamo partecipato di persona a quella congiuntura storica", ricorda Francesco. E questo stesso atteggiamento "ci viene chiesto oggi. Ci viene chiesta una riforma", che "non consiste in parole, ma in atteggiamenti che abbiano il coraggio di entrare in crisi, di accettare la realtà qualunque sia la conseguenza. E ogni riforma comincia da sé stessi".

    Bergoglio condivide con Marx "che seppellire il passato non ci porta a nulla. I silenzi, le omissioni, il dare troppo peso al prestigio delle istituzioni conducono solo al fallimento personale e storico, e ci portano a vivere con il peso di 'avere scheletri nell'armadio', come recita il detto".

    È quindi "urgente 'esaminare' questa realtà degli abusi e di come ha proceduto la Chiesa, e lasciare che lo Spirito ci conduca al deserto della desolazione, alla croce e alla risurrezione". Punto di partenza "è la confessione umile: ci siamo sbagliati, abbiamo peccato. Non ci salveranno le inchieste né il potere delle istituzioni. Non ci salverà il prestigio della nostra Chiesa che tende a dissimulare i suoi peccati; non ci salverà né il potere del denaro né l'opinione dei media (tante volte siamo troppo dipendenti da questi)". "Come Chiesa - proclama il Papa - dobbiamo chiedere la grazia della vergogna, e che il Signore ci salvi dall'essere la prostituta spudorata di Ezechiele 16".

    E in chiusura - lodando il desiderio di Marx di "dedicare gli anni futuri" del suo servizio "in maniera più intensa alla cura pastorale e impegnarmi per un rinnovamento spirituale della Chiesa" -, la risposta del Pontefice è: "Continua quanto ti proponi, ma come Arcivescovo di Monaco e Frisinga. E se ti viene la tentazione di pensare che, nel confermare la tua missione e nel non accettare la tua rinuncia, questo Vescovo di Roma (fratello tuo che ti vuole bene) non ti capisce, pensa a quello che sentì Pietro davanti al Signore quando, a modo suo, gli presentò la rinuncia: 'allontanati da me che sono un peccatore', e ascolta la risposta: 'Pasci le mie pecorelle'".

    A stretto giro la replica di Marx, che sul sito dell'Arcidiocesi esprime sorpresa e commozione: "In spirito di obbedienza accetto la sua decisione". "Non contavo su una reazione così veloce e nemmeno mi aspettavo la decisione che io dovessi continuare nel mio servizio", assicura, dicendosi colpito "dal tono fraterno" delle parole del Papa, dalla percezione di essere stato compreso nelle ragioni della richiesta di dimissioni.

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