(ANSA) - ROMA, 26 NOV - Ogni mese, nei 50 Paesi più a
rischio, si stima venga imprigionata ingiustamente una media di
oltre 300 cristiani. La denuncia arriva da Aiuto alla Chiesa che
Soffre che pubblica il rapporto "Libera i tuoi prigionieri".
Se alcuni casi sono da anni in primo piano sulla stampa
internazionale, come il rapimento di padre Paolo Dall'Oglio, nel
2013, o la detenzione per dieci anni della cristiana pakistana
Asia Bibi, che firma la prefazione al rapporto di Acs, ci sono
ogni giorno storie meno note, da quelle delle spose-bambine in
Pakistan, rapite e convertite forzosamente ai ripetuti rapimenti
dei sacerdoti in alcune zone dell'Africa.
Il rapporto sull'ingiusta detenzione dei cristiani esamina
sia l'azione dei governi sia quella delle organizzazioni
estremiste. Gli scenari descritti comprendono le prigionie per
motivi di coscienza, le detenzioni arbitrarie, i processi
ingiusti, le condizioni carcerarie inadeguate, i casi di tortura
e la pressione per indurre ad abbandonare la fede.
In Nigeria il sequestro di cristiani rappresenta il fenomeno
più grave. Ogni anno più di 220 fedeli vengono rapiti e
imprigionati ingiustamente da gruppi di miliziani jihadisti. I
sequestri di persona a scopo di riscatto sfociano spesso in
uccisioni di sacerdoti protestanti e cattolici. In Pakistan
annualmente si verificano circa 1.000 casi di conversioni
forzate di ragazze e giovani donne cristiane e indù. Esiste un
problema simile in Egitto, dove giovani donne cristiane copte
vengono rapite e costrette a sposare i loro rapitori non
cristiani. Secondo alcune fonti almeno due o tre ragazze
scompaiono ogni giorno a Giza, per cui il numero di casi portati
all'attenzione pubblica risulta significativamente inferiore a
quello effettivo dei rapimenti.
In Corea del Nord si stima vi siano circa 50.000 cristiani
nei campi di lavoro, cioè quasi il 50% del totale dei detenuti
in queste particolari e drammatiche condizioni. In Eritrea si
stimano più di 1.000 fedeli cristiani ingiustamente detenuti. In
Myanmar lo United Wa State Army è stato accusato di aver
orchestrato una campagna di terrore prendendo di mira i
cristiani con il pretesto di combattere il presunto "estremismo
religioso". Si stima che, a partire dal 2018, l'esercito abbia
interrogato e arrestato 100 pastori e reclutato con la forza
studenti cristiani. In Iran informazioni non confermate di un
incremento dei convertiti al cristianesimo sono state addotte
come causa dei nuovi provvedimenti restrittivi del regime
islamico ai danni dei fedeli.
Il rapporto è corredato da venti "casi di studio". Dietro
questa astratta espressione si celano tuttavia volti di singoli
perseguitati, di gruppi o di intere comunità oppresse in
particolare in Nigeria, in Pakistan, in Eritrea e in Cina.
(ANSA).