(ANSA) - CITTA DEL VATICANO, 04 FEB - I cristiani iracheni
aspettano la visita di Papa Francesco "come quella di un papà
che vuole essere vicino ai suoi figli. E' un viaggio che ci dà
speranza, tanta felicità, che guarirà le ferite del cuore". Lo
ha detto padre Karam Qasha, parroco della parrocchia di Telskuf,
della Chiesa cattolica caldea di San Giorgio a Ninive, in un
incontro con i giornalisti organizzato dall'Iscom.
Padre Karam è sacerdote in quella Piana di Ninive che nel
2014 vide la cacciata dei cristiani da parte dei militanti
dell'Isis. "L'Isis non è finito per sempre, c'è una mentalità, e
per cambiarla ci vuole tempo, tanta educazione. In tanti libri i
cristiani sono definiti infedeli", dice il parroco iracheno
spiegando che, quando arrivò l'Isis nella Piana di Ninive,
"furono i nostri vicini musulmani i primi ad andare a rubare
nelle nostre case che avevamo dovuto abbandonare".
La visita del Papa, che i cristiani iracheni aspettano dai
tempi di Giovanni Paolo II, "sarà una visita di pace" e il
Pontefice sarà accolto anche dai fedeli di altre religioni. "In
Medio Oriente l'accoglienza è sacra", ricorda il parroco.
L'incontro con l'ayatollah Ali al-Sistani "sarà importante
perché il 75% dei musulmani in Iraq sono sciiti e sarà
l'occasione di estendere il messaggio di Fratelli Tutti anche a
questa parte del mondo musulmano".
Don Karam spera che il Pontefice sia ascoltato dalle autorità
irachene anche per il messaggio che porterà a favore dei più
poveri. "In un Paese ricchissimo grazie al petrolio ci sono
città dove l'80% della popolazione è in situazione di povertà".
Quanto ai preparativi, afferma che la "sicurezza sarà molto
forte" e anche la situazione sanitaria non preoccupa. Padre
Karam, che ha avuto il Covid, afferma che nella sua zona sono
stati registrati "solo alcuni casi leggeri". (ANSA).