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Oltretevere

Pio XII: si aprono archivi, "diradare fumo leggenda nera"

Card.Tolentino, "Chiesa non teme storia, ogni studioso è benvenuto"

Di Fausto Gasparroni CITTA' DEL VATICANO

    La speranza, in Vaticano, è che "si diradi il fumo" su Pio XII, quello sui suoi 'silenzi' durante le deportazioni naziste e lo sterminio degli ebrei. E i documenti sul controverso papato di Eugenio Pacelli che a partire dal 2 marzo saranno disponibili agli studiosi di tutto il mondo nell'Archivio apostolico vaticano - ex "Archivio segreto" - e in altri minori della Santa Sede promettono, per il prefetto mons. Sergio Pagano, "di chiarire meglio, approfondire e contestualizzare diversi aspetti del pontificato". All'origine della "leggenda nera" di un Pio XII almeno pubblicamente indifferente alla sorte di milioni di ebrei, infatti, "può darsi che ci sia del fumo - dice Pagano ai giornalisti -. Noi abbiamo lavorato perché coi nuovi documenti il fumo si diradi".

    Pagano spiega di non credere che l'apertura degli Archivi su Pio XII incida in qualche modo sul processo di beatificazione, "perché noi abbiamo sempre lavorato a prescindere dalla postulazione. Se poi la postulazione vorrà avvalersi di quello che apparirà, questo è compito loro. Ma i due campi sono separati". E sottolinea che già sono giunte diverse richieste da storici di parte ebraica, tanto che "i primi frequentatori, il 2 marzo, saranno quelli del Museo dell'Olocausto, studiosi di Washington. E poi verranno ebrei di Roma, della Comunità romana, quindi di singole università. Abbiamo un buon numero di ebrei che naturalmente sono molto interessati. E' ovvio". Gli iscritti sono più di 150 in totale, "di tutti i Paesi del mondo", ma "noi possiamo ammettere un massimo di 60 studiosi al giorno, compresi quelli che studiano altre epoche e non quella di Pio XII. Quindi prevediamo di avere un anno di lavoro molto pieno e pesante".

    Il prefetto dice anche di "temere" che "presto" usciranno opere a partire dai nuovi documenti, "perché la voglia di alcuni studiosi poco preparati, e sono sempre numerosi, che vengono in archivio per fare uno scoop e farsi passare per scopritori magari di qualche cosa che somiglia all'acqua calda, ci sarà. Uno studioso serio - aggiunge - dovrà preventivare per lo meno 10 anni di studio". In tutto, vengono aperti 121 fondi e 20 mila buste e fascicoli. Mancano ancora le carte di alcune Nunziature.

    "La Chiesa non ha paura della storia, ma affronta la valutazione degli studiosi con la certezza che sia compresa la natura del suo operato", commenta il card. Josè Tolentino de Mendonca, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, parlando di "un desiderio di trasparenza, di apertura, di ricerca della verità che è una matrice del pontificato di Francesco". "Mettendo a disposizione degli studiosi questo 'corpus' di documenti - osserva -, la Chiesa segue una linea di secolare condivisione con gli studiosi senza preclusioni ideologiche, di fede o nazionalità. Tutti sono benvenuti".

    Dopo la lunga opera - che richiederà ancora un paio d'anni - di ordinamento, inventariazione, numerazione e catalogazione dei documenti "del secondo pontificato più lungo del '900 dopo quello di San Giovanni Paolo II", tra il 1939 e il '58, nel periodo tra i più critici del "secolo breve", per il card.

    Tolentino "il lavoro di esame e di analisi comincia ora, il 2 marzo, ma occorrerà avere la pazienza di aspettare i risultati di un'attività di valutazione che sarà lunga e complessa". E in un pontificato di così ampia portata "sicuramente il dramma della questione ebraica e della Shoah è molto rappresentato, ma anche tante altre questioni della vita interna della Chiesa, dei rapporti con gli Stati, della ricostruzione del dopoguerra".

    E se negli Archivi del pontificato, da una parte, molti sono i documenti sul fatto che per tutto il conflitto la Santa Sede non cessò di nascondere ebrei e rifugiati di guerra alleati, ne esistono altri sulle disposizioni date, a guerra finita, di ospitare rifugiati tedeschi tra le mura vaticane, per impedire che venissero uccisi. O di far espatriare ex gerarchi hitleriani, inseriti nella categoria "bisognosi": anche con "cognomi famosi", assicura il vice prefetto Paolo Vian.

    Una parte della nuova documentazione viene già pubblicata in due volumi dall'Archivio apostolico sull'opera di assistenza, aiuto e carità del Papa, con parecchi esempi anche della vicinanza mostrata al mondo ebraico. "Fiumi di denaro, questo apparirà molto chiaro, passavano per le sue mani, provenienti tante volte dall'America - spiega Pagano -. E grazie a questi milioni che uscivano, si può dire ogni giorno, dal Vaticano, si sono aiutate tantissime persone: abbiamo uno schedario di 20.500 schede di aiuti prestati". "Io spero che quest'opera sia considerata dai ricercatori - aggiunge -, perché questo Pontefice, che nei gesti pubblici era molto solenne e ieratico, nella vita privata era poverissimo. Sono passati denari infiniti ed è morto povero. Non ha trattenuto per sé neanche un dollaro".

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