Il complesso contesto
internazionale e le limitazioni per contrastare la pandemia da
Covid-19 non fermano il Museo Egizio: mentre si prepara ad
accogliere i visitatori nella sua sede con nuovi progetti
espositivi, prosegue infatti il percorso di
internazionalizzazione della collezione con le mostre itineranti
in Brasile e in nord Europa. In particolare si è conclusa in
queste settimane la tappa di San Paolo dell'esposizione "Egito
Antigo. Do cotidiano à eternidade" che, da febbraio ha accolto
200.878 visitatori; a questi si aggiungono gli oltre 465mila
utenti che hanno potuto scoprirla online grazie al virtual tour.
Anche la mostra "Egypt's Glory", a Helsinki e Tallinn, ha
raccolto grande interesse: la sede finlandese, il museo Amos
Rex, attualmente chiusa, ha accolto 22mila visitatori, con una
media di oltre mille al giorno, e continua a sviluppare
contenuti digitali, come un podcast dedicato alle mummie
animali. Riaprirà il 18 gennaio il Kumu Art Museum di Tallinn,
seconda location: qui i visitatori che quotidianamente hanno
varcato le porte del museo dal 10 ottobre sono oltre 1.100.
"L'impegno che il Museo mette per rendere disponibile la
propria collezione e farla conoscere è più che mai grande, con
una ricca offerta di contenuti innovativi e sempre nuovi. In
questo contesto le mostre itineranti rappresentano per noi uno
strumento importantissimo" spiega Christian Greco, direttore del
Museo Egizio. "Anche se il portone di via Accademia delle
Scienze è temporaneamente chiuso - aggiunge Evelina Christillin,
presidente del Museo Egizio - il Museo non si ferma mai. Le
sfide che stiamo affrontando sono molte e complesse, ma il
percorso di internazionalizzazione e diffusione della cultura
egizia che stiamo conducendo da anni prosegue, grazie anche alla
piena sintonia con i nostri partner locali, il Ministero dei
beni culturali e la Soprintendenza torinese".
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