Il Tribunale di Torino ha
condannato a 4 mesi di carcere un "fantasma". Un uomo di cui non
si sa nulla se non che, quando gli capita di essere controllato
dalle forze dell'ordine, rifiuta di parlare e di declinare le
proprie generalità, tanto è vero che negli atti consegnati al
suo avvocato d'ufficio per questo processo, dove era imputato di
resistenza pubblico ufficiale, è stato indicato come
"sconosciuto".
Il 15 marzo è stato arrestato in via Cernaia a Torino da una
volante della Questura e lo stesso assistente di polizia che è
intervenuto ha definito la situazione "surreale". "Gli avevamo
solo chiesto - ha raccontato - di mettere la mascherina, visto
che non la stava indossando. È diventato aggressivo e violento.
Capiva l'italiano, ma ci insultava in francese. Un atteggiamento
inspiegabile, perché con sè non aveva armi, droga o cose del
genere. In Questura ha dato ancora in escandescenze e non ha
voluto dirci chi era. Sembrava che vivesse in un mondo tutto suo
e non volesse essere disturbato. Uno arrabbiato con il sistema".
Dalle impronte digitali si è scoperto che era già stato più
volte protagonista di fatti analoghi. Dopo qualche giorno è
stato scarcerato ed è scomparso. "Non mi era mai capitato niente
del genere - ha commentato il suo avvocato, Paola Giusti -
Avessi avuto contatti con lui forse avrei gli elementi per
chiedere una perizia psichiatrica, ma è un fantasma". Anche il
pm ha detto che "nonostante i tanti arresti per noi rimane uno
sconosciuto". Il giudice in aula ha spiegato che l'imputato è
rubricato negli archivi tramite un "codice unico identificativo"
da cui risulta per esempio che, per lui, il 6 aprile 2020 è
diventata irrevocabile una condanna per resistenza.
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