Usare il compost prodotto dai
lombrichi come fertilizzante per i noccioleti e dei vigneti
della Langhe e per tutti i terreni impoveriti. E' la prospettiva
aperta da un progetto avviato in una piantagione di bambù a
Fossano (Cuneo) dalla società Alma Italia con il supporto
scientifico del dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e
Alimentari (Disafa) dell'Università di Torino.
La sperimentazione ha verificato che un lombrico 'Rosso
della California' trasforma ogni tipo di rifiuto organico in
'vermicompost' nel raggio di un chilometro, producendo concime
biologico e sostanza organica di arricchimento dei terreni. Nel
caso del bambù si aggiungono le proprietà della pianta di
purificare e ri-mineralizzare o terreni impoveriti.
L'attività di lombricoltura di Alma Italia è coordinata
dalla controllata Conitalo S.r.l., che gestisce l'impianto di 26
mila metri quadri con una produzione media annua di 60.000
quintali di vermicompost. Aree di produzione a Fossano, dove
avviene il confezionamento, e a Turi (Bari).
"La ricerca condotta dall'unità di Produzioni Animali -
spiega Davide Biagini, professore del Disafa - ha evidenziato
come il compostaggio dei reflui zootecnici più o meno
precedentemente trattati consenta di ottenere un prodotto di
elevato valore agronomico, igienizzato, non inquinante e di
facile manipolazione e gestione".
Si aprono - aggiunge Antonio Villani, presidente di Alma
Italia -potenzialmente nuovi scenari di circolarità 'a km zero'
a tante realtà del Piemonte, grazie alle caratteristiche di
facilità di gestione e dislocamento del vermicompost".
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