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Contemporary Art Week, Villa Sanquirico diventa spazio arte

Contemporary Art Week, Villa Sanquirico diventa spazio arte

Ogni stanza un artista, nel parco installazioni en plen air

TORINO, 27 ottobre 2021, 11:58

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La sera del 5 novembre durante la Contemporary Art Week torinese, si aprirà alla città un gioiello restituito all'antico splendore. Villa Sanquirico, così denominata per via del suo primo proprietario, Carlo Sanquirico, diventa uno spazio d'arte, un'architettura liberty stupendamente conservata, datata 1896, con un parco che la cinge. Ospiterà un gruppo di artisti con le loro opere. Il loro legame è la relazione con Torino, declinata in varie sfumature. Ogni stanza un artista, il giardino diventa parco d'arte con installazioni nel verde.
    Nelle sale della Villa, si incontrano le grandi carte di Nicola Bolla, le statue di Enrico Tealdi, l'arte di Gosia Turzeniecka, le opere di Marco Cordero e di Nicola Ponzio.
    Oggetti trovati sono quelli rinvenuti da Francesco Pergolesi in mercatini dell'usato in Europa alla fine della giornata, quando rimanevano i resti di cose invendute, rotte, lasciate a terra, fotografate sull'asfalto come composizioni informali. Reperto del tempo è anche un comodino del secolo scorso che Daniele D'Acquisto pone al centro della sua installazione, avvolta da stringhe di legno, nastri che sembrano correre nello spazio.
    Sono scatole preziose le fotografie di Maura Banfo con i delicati disegni su carta carbone ispirati ai tarocchi. E nero è il grande teschio di Paolo Grassino, che accoglie nell'atrio d'ingresso della casa.
    Fuori, nel parco, alcune installazioni en plein air si mimetizzano con la natura e il suo incanto. Le sculture giocose di Jessica Carroll con la sua natura fiabesca e vitale, i cervi di Paolo Grassino dalla bellezza misteriosa, poi la serra, scrigno magico illuminato, dove vivono le creature di Enrica Borghi e il nido di Maura Banfo. Un gigantesco popcorn in marmo di Fabio Viale propone un invito a una leggerezza pop giocando, quasi un ossimoro, sull'enorme peso della scultura stessa.
   
   

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