"Troppa burocrazia, turni
massacranti e record italiano di giorni di ferie non goduti":
questa la situazione dei medici ospedalieri in Piemonte che
emerge da un'indagine promossa dalla Federazione Cimo-Fesmed.
Per la Cimo piemontese "i dati che emergono sono preoccupanti e
servono interventi urgenti".
I camici bianchi piemontesi hanno messo in rilievo quanto
oggi sia complesso svolgere la professione medica all'interno
delle strutture sanitarie pubbliche regionali. Su 367 medici
interpellati quasi l'83% ha dichiarato di essere vittima della
burocrazia a scapito del tempo da dedicare ai pazienti. Più del
53% arriva a coprire turni per un totale di 48 ore settimanali o
più, nonostante l'orario da contratto sia di 38 ore.
Quanto alle ferie non godute, più del 48% è in credito, la
media nazionale si attesta al 22%. Aumenta il desiderio di
pensione e molti giovani pensano di lasciare il posto per la
libera professione. Inoltre
quasi il 72% sta pagando il forte stress accumulato nei due anni
di Covid, con ricadute sul lavoro e la vita famigliare.
"Occorrono maggiori tutele - sostiene il segretario di Cimo
Piemonte, Sebastiano Cavalli - e un riordino organizzativo che
consenta di diminuire il tempo perso a causa della burocrazia.
Occorre riequilibrare il monte ore con le retribuzioni ed è
necessario che le istituzioni regionali si facciano carico dei
problemi e disegnino una nuova agenda sanitaria focalizzata sul
miglioramento dell'assistenza territoriale e una riforma
dell'organizzazione ospedaliera".
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