(ANSA) - VERONA, 26 GEN - I prodotti della cultura e del
tempo libero di Verona sono "consumati" e apprezzati anche al di
fuori dei confini nazionali, e la provincia scaligera è la
settima in Italia, con una quota sul totale nazionale pari al
3,6%, per valore delle esportazioni, con un importo che nel 2019
è stato di 102 milioni di euro.
Il dato emerge da un'analisi dell'Ufficio Studi della Camera
di Commercio di Verona eseguito."La cultura e il tempo libero -
spiega il presidente della Cciaa, Giuseppe Riello - sono
sicuramente importanti fattori di traino per il turismo
veronese; le esportazioni di prodotti che fanno riferimento a
questi settori accrescono e amplificano l'attrattiva del
territorio. In particolare, per i prodotti culturali, specchio
del 'Made in Verona' in tutto il mondo, è riscontrabile una
stretta relazione con i flussi turistici stranieri, e molto
spesso la crescita degli uni condiziona favorevolmente lo
sviluppo degli altri".
Le imprese veronesi che operano nel settore della cultura e
del tempo libero sono 735 (lo 0,8% del totale delle imprese); il
53,1% riguarda imprese individuali. Quasi una impresa su tre (il
32,65%) opera nell'ambito delle produzioni delle attività
creative, artistiche e d'intrattenimento; seguono i settori
"Prodotti delle attività fotografiche" (27,76%), "Libri,
periodici e prodotti di altre attività editoriali" (15,51%) e
"Prodotti delle attività cinematografiche, video e televisive"
(12,52%).
Pur riguardando una quota minoritaria (0,9%) dell'export
provinciale, il settore registra una crescita su base annua a
due cifre (+22,4%). I principali mercati sono Francia (il 30,3%
dell'export), seguita da Germania (12,8%), Stati Uniti (10,0%),
Svezia (8,2%) e Regno Unito (7,9%). La voce principale
dell'export (91,55% e un valore pari a 93,3 milioni) è quella
relativa a "libri, periodici e prodotti di altre attività
editoriali". Per queste produzioni Verona, con una quota
dell'8,9% sul totale nazionale, si posiziona al quarto posto
nella graduatoria delle principali province esportatrici, dopo
Milano, Bergamo e Modena. (ANSA).