(ANSA) - ROMA, 26 MAG - Una nuova indagine della Camera di
Commercio di Roma ha l'obiettivo di indagare come l'aumento del
costo dell'energia stia condizionando le strategie aziendali
delle imprese di Roma e provincia e come questa situazione
influenzerà il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità
ambientale. Tra le domande sottoposte al campione di imprese
locali, anche una sul termovalorizzatore.
L'Osservatorio predisposto dalla Camera di Commercio di Roma
sta fornendo, da marzo 2020 a oggi, un costante aggiornamento
sull'evoluzione dei fatti, cercando di cogliere il sentiment
degli imprenditori e identificando i provvedimenti che meglio si
sono prestati a contenere il danno economico subito dalle
imprese e studiare strategie utili per il rilancio.
Per fare questo è stato costruito un panel di 500 imprese
rappresentative delle attività economiche di Roma e provincia
utile a valutare l'impatto economico del Coronavirus prima, e
ora le possibili conseguenze del conflitto russo-ucraino così da
fornire un costante aggiornamento sull'evoluzione della
situazione.
Questa nuova indagine è stata somministrata tra il 17 e il 24
maggio 2022. Le imprese del campione hanno nel 67% dei casi la
sede nel comune di Roma e per il 33% dei casi nel resto della
provincia di Roma. L'84,6% delle imprese ha tra 0 e 9
dipendenti, il 12,6% ha tra 10 e 49 dipendenti e il 2,8% delle
imprese ha oltre 50 dipendenti.
Considerazioni generali
L'aumento dei prezzi dei beni energetici sta avendo un forte
impatto sulle imprese di Roma e provincia. Solo per il 2,5%
delle imprese l'aumento dei costi dell'energia non sta incidendo
sulla propria attività e due imprese su tre prevedono di
aumentare i prezzi di vendita per far fronte ai maggiori costi
di approvvigionamento.
La riduzione dei consumi energetici resta la strategia
principale per contrastare il maggior costo dell'energia.
Molto divisa l'opinione delle imprese relativamente all'impatto
degli aumenti dei prodotti energetici sullo sviluppo delle
energie rinnovabili. Per circa la metà delle imprese
intervistate l'aumento dei prezzi dell'energia causerà un
ritardo nello sviluppo degli investimenti green, per 4 imprese
su 10, invece, questo scenario favorirà gli investimenti green.
Le imprese si schierano nettamente a favore del
termovalorizzatore, tre imprese su quattro lo considerano un
passo avanti necessario per risolvere il problema dei rifiuti di
Roma.
Come emergeva anche dalla precedente indagine, siamo in una
situazione che rappresenta un passaggio decisivo per l'economia
romana. Il costo dell'energia è un aspetto fondamentale per lo
sviluppo del tessuto produttivo romano, e lo è ancor di più in
un momento delicato come quello attuale, che vede un tessuto
produttivo profondamente segnato da due anni difficili a causa
dell'emergenza sanitaria. Il modo in cui gestiremo e
affronteremo questo passaggio cruciale determinerà la qualità
dello sviluppo dei prossimi anni.
Per due imprese su tre l'aumento dei costi dell'energia sta
avendo un impatto molto significativo sull'attività
dell'azienda. Per il 31% delle imprese l'aumento dei costi
dell'energia sta incidendo poco sulla propria attività e solo
per il 2,5% delle imprese non vi è stato un impatto sul ciclo
aziendale.
Il 67% delle imprese prevede di dover aumentare i prezzi di
vendita per far fronte ai più alti costi di approvvigionamento
energetico. Per il 33% non vi saranno invece aumenti.
Tra le principali azioni messe in atto per contrastare gli
aumenti, il 54% dichiara che sta riducendo i consumi energetici,
il 17% sta tagliando altri costi di produzione e il 15% sta
valutando di installare pannelli fotovoltaici o altre modalità
per produrre in proprio energia.
L'aumento dei prezzi delle materie prime dei beni energetici
causerà per il 49,5% delle imprese un ritardo nel raggiungimento
degli obiettivi di sostenibilità ambientale perché si ridurrà la
capacità di fare investimenti green. Il 42,4% ha una visione
opposta, e ritiene che questa fase favorirà gli investimenti
green anche per ridurre i consumi energetici. Per l'8,1% non ci
saranno effetti significativi di lungo termine.
Il 75% delle imprese romane ritiene il termovalorizzatore un
passo in avanti necessario per risolvere il problema dei rifiuti
a Roma, il 18% invece lo ritiene non compatibile con gli
obiettivi di sostenibilità ambientale perché aumenterà le
emissioni inquinanti. Il 7% pensa che non avrà effetti
significativi sulla città.
"Con il prolungarsi della guerra in Ucraina le imprese romane si
trovano, nuovamente, ad affrontare un drastico cambiamento dello
scenario di mercato. La causa è dovuta - afferma Lorenzo
Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma - alla
vera e propria impennata dei prezzi dell'energia e delle altre
materie prime, ormai in corso da diverse settimane. La nostra
indagine evidenzia come l'economia romana stia reagendo a questa
nuova situazione che impatta non solo sui prezzi di vendita,
inevitabilmente rivisti al rialzo, ma anche per un'impresa su
due, sul ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di
sostenibilità ambientale. La pandemia ci ha fatto fare un balzo
in avanti di dieci anni sull'uso del digitale. Ora, anche alla
luce della guerra in Ucraina, dobbiamo fare un analogo balzo in
avanti sulle energie rinnovabili. Non è facile, ma è necessario
e le Istituzioni sono chiamate, oggi più che mai, a fare la loro
parte. Un altro dato rilevante messo in luce dal report -
conclude Tagliavanti - è quello di un generalizzato
apprezzamento del tessuto produttivo locale (75% del campione)
per la possibile realizzazione di un termovalorizzatore di
ultima generazione, visto come la soluzione all'annoso problema
dei rifiuti nella Capitale. Anche noi, come Camera di Commercio,
siamo favorevoli a questa idea e auspichiamo che venga
realizzata per il Giubileo del 2025, così come nelle intenzioni
del sindaco Gualtieri a cui, sul tema, abbiamo consegnato uno
studio realizzato con Unindustria ed Enea. Non c'è tempo da
perdere". (ANSA).