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COVID non solo emergenza sanitaria

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COVID non solo emergenza sanitaria

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Responsabilità editoriale di WolfAgency.it

26 ottobre 2020, 07:22

WolfAgency.it

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Un assordante senso di solitudine, l’amore e l’affetto senza contatto, una goffa ma necessaria quotidianità asettica che si sforza di apparire normale. Sono anche queste le contropartite psicologiche e sociali dell’isolamento e della pandemia. Se per certi versi gli effetti collaterali dell’emergenza sanitaria sono sotto gli occhi e all’interno delle quotidianità di ognuno di noi, le ripercussioni psicologiche di un avvenimento tanto - relativamente - inedito e della nuova quotidianità cui ci troviamo a far fronte hanno un sapore per noi ancora difficile da definire con esattezza. In merito alle considerazioni sullo stress e le conseguenze del lockdown e della paura legata alla pandemia globale Covid-19, i consigli e le considerazioni della psicologa e psicoterapeuta Cinzia Festa potranno esserci utili nel vederci più chiaro e nel percepire con cura il polso dell’effettiva situazione che stiamo vivendo.

Medici, infermieri e tutti gli operatori che affrontano in prima linea questa emergenza sanitaria di portata globale sono esposti ad uno stress enorme che nessuno potrebbe dirsi mai veramente preparato ad affrontare. Tutte queste persone non sostengono sulle loro spalle solamente l’ansia, la preoccupazione e la responsabilità per le sorti e la salute di coloro che cercano di soccorrere e curare, ma anche il dover convivere giorno dopo giorno con lo spettro di essere contagiati, o peggio, di provocare il contagio di altre persone o dei propri cari. Il dover fronteggiare, inoltre, un nemico invisibile fa scoprire la guardia al senso di impotenza, arrivando persino a sfociare nel senso di colpa, autoconvincendosi non fare o non aver fatto abbastanza.

Ci sono tuttavia aspetti della vita sociale e della sfera psicologica che, per quanto colpiti frontalmente dall’impatto con l’emergenza sanitaria, non ci appaiono così evidenti, pur riguardando un’enorme fetta di soggetti e relazioni. Se da un lato abbiamo potuto notare un incremento considerevole dei litigi e delle crisi interne alle coppie conviventi in occasione dei mesi di lockdown - caso emblematico è forse la Cina, in cui si è registrato un autentico boom di domande di separazione e divorzio - non ci soffermiamo con altrettanta attenzione a considerare situazioni analoghe, per quanto distinte.

Non meno problematiche risultano però le realtà delle coppie non conviventi. Non tutte le coppie sono infatti sufficientemente mature, consolidate o abbienti da poter optare per la vita sotto lo stesso tetto. Per tutte queste persone le relazioni vivono autentiche situazioni di stallo, emozionale e psicologico, venendo a mancare momenti di comunità, di incontro ma anche di semplice e sana intimità. In altre parole, le relazioni sentimentali più giovani faticano a crescere e a consolidarsi, non avendo sufficiente spazio per diramare le proprie radici.

A tutto ciò si aggiunge la generale incertezza da cui è annebbiato l’orizzonte lavorativo e delle attività economiche, una sensazione gravosa e persistente che accomuna tutta l’opinione pubblica, che rischia di avere un effetto ancora più pervasivo e opprimente sugli studenti universitari, sui neolaureati, categorie spesso poco considerate e per le quali il futuro non è forse mai sembrato così fumoso.

In altre parole, l’emergenza non è solo sanitaria, perché la pandemia ha messo in discussione tutta una serie di momenti, situazioni, dettagli apparentemente secondari, sullo sfondo, ma che erano costanti della vita di ognuno di noi. Tutti questi aspetti devono essere aggiornati, rimodulati e talvolta persino scomparire. I rapporti di coppia sono spesso davanti ad ostacoli e situazioni che mai ci si sarebbe aspettati di dover fronteggiare, così come i rapporti di amicizia, che corrono il serio rischio di venire soverchiati dall’iperconnessione alle piattaforme di socialità virtuale.

Come confermato dalla dottoressa Festa, oltre a poter e dover contare - ove necessario - sui consigli e sull’esperienza di un capace psicoterapeuta, è importante mantenere attiva la propria capacità di razionalizzare, sia la situazione generale che il proprio ambito in particolare. Oggi più che mai dobbiamo dare importanza a quelle persone che rendono autentica la nostra vita, a coloro che abbiamo accanto anche se non per forza fisicamente. Farci forza l’un l’altro in virtù di ciò che ci unisce. Le difficoltà e le avversità ci mettono a dura prova, certo, ma nel contempo ci accomunano e possono tramutarsi anche in un’opportunità per aumentare la nostra coesione ed allenare la nostra empatia, messa sempre più a dura prova dall’individualismo post-industriale.  

Non cedere al catastrofismo quindi, cercare di approfondire l’attualità sforzandoci di non essere travolti dalle impressioni a caldo e dal vociare convulso cui troppo spesso ormai siamo abituati, riscopriamo i nostri tempi e poterci dedicare uno spazio in cui non essere assillati dalla frenesia telematica. La salute psicologica non è scissa da quella fisica, al contrario, sono parti del medesimo mosaico. Per questo non dobbiamo vergognarci di sentirci vulnerabili. Chiedere aiuto è il primo passo per ritrovare la propria armonia ed il proprio equilibrio anche in un momento delicato e di grande incertezza come quello che ci troviamo a dover vivere.

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