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Genova celebra il Giorno della Memoria

PressRelease

Genova celebra il Giorno della Memoria

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Responsabilità editoriale di Comune di Genova

Ufficio stampa Comune di Genova

27 gennaio 2022, 15:05

Comune di Genova

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di Comune di Genova

Il ricordo del dolore, della sofferenza e della perdita dell’innocenza dell'intera umanità. Ma anche la speranza e la rinascita nella consapevolezza di un riscatto globale a partire dalle nuove generazioni. La cerimonia ufficiale del Giorno della Memoria, tenutasi stamattina nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, ha raccolto molte riflessioni e testimonianze tra cui quelle del sindaco Marco Bucci, dell'assessore regionale Ilaria Cavo, del prefetto di Genova Renato Franceschelli e della storica e scrittrice Anna Foa il cui toccante contributo è stato un percorso ampio e profondo.

La celebrazione, unica ricorrenza civile comune a tutti gli Stati della Comunità Europea, ha rinnovato il ricordo della Shoah per commemorare le vittime dell’Olocausto, lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte

«Non vi è futuro senza memoria – ha dichiarato il sindaco di Genova Marco Bucci - Questa è una frase che conservo nella mente e nel cuore. Ci dice che non possiamo pensare alla nostra vita di tutti i giorni se non ci rendiamo conto di quello che è successo nella nostra città e nella nostra nazione negli anni passati. Perché da quanto accaduto possiamo imparare un insegnamento importante. Oggi abbiamo davanti sfide incredibili come la possibilità di costruire la Genova e l'Italia del futuro. Ciò che è successo non deve più accadere. Dobbiamo pensare che nei rapporti con le persone la nostra libertà termina dove inizia quella degli altri, che il rispetto reciproco è una componente fondamentale, che la cultura di una società e di una nazione passa attraverso tutto questo e nella condivisione di stili di vita e di obiettivi: solo così il domani sarà un giorno migliore di quello che è stato ieri».

Tra i numerosi ospiti e le massime autorità civili e militari della provincia, alla cerimonia sono intervenuti anche la consigliera della Città Metropolitana Laura Repetto, il presidente dell’ILSREC Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea Giacomo Ronzitti, il rabbino capo Giuseppe Momigliano e il presidente della Comunità Ebraica di Genova Ariel Dello Strologo che così ha commentato la situazione attuale: «Nonostante il grande lavoro fatto nelle scuole in tutti questi anni è rimasta l'idea dell'ebreo avido, assetato di soldi, che complotta. I sintomi antisemiti sono tanti e in grande aumento, non ultimo l'episodio di qualche giorno fa in Toscana tra ragazzini».

Durante l'evento sono stati premiati gli studenti degli istituti scolastici che hanno partecipato al concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah” e consegnate le Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani militari e civili ed ai familiari dei deceduti che, deportati o internati nei lager nazisti, siano stati destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. L’importante riconoscimento sarà conferito a Eugenio Bisio, Angelo Cordano, Sirio Cuneo, Renato Dianti, Mario Sacchetti e Guido Talamazzi il cui figlio Ugo è intervenuto ricordando l’enorme sacrificio delle vittime di una persecuzione che ha lasciato una ferita indelebile nella Storia del mondo.

Gli istituti scolastici premiati sono stati il “Giovanni Caboto” di Chiavari, la classe 4a I della stessa scuola e la classe 5a CR della sezione distaccata C. Colombo a Camogli dell'ITTL Nautico San Giorgio. Riconoscimenti sono anche andati agli istituti che hanno partecipato con assiduità alle precedenti edizioni dello stesso concorso: il “Giovanni Caboto” di Chiavari, la scuola primaria De Scalzi–Polacco, l'omnicomprensivo Vallescrivia ed il liceo scientifico ed economico sociale Luigi Lanfranconi.

Nei giorni scorsi a Genova sono state posate quattro pietre di inciampo alla sinagoga di via Bertora in ricordo di Albino, Linda, Carlo e Roberto. La famiglia Polacco nel 1943 viveva accanto alla sinagoga di via Giovanni Bertora, della quale Albino era custode. Le pietre d'inciampo sono un'iniziativa nata anni fa dall'artista tedesco Gunter Demnig per lasciare nelle città una memoria dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Altre sono state collocate in galleria Mazzini, via Roma, via Carlo Barabino, corso Monte Grappa in memoria, rispettivamente, di Riccardo Reuven Pacifici, Giorgio Labò, Ercole De Angelis e Italo Vitale.

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