(ANSA) - ROMA, 01 MAR - I consulenti del lavoro, "come gli
altri professionisti italiani sono i "grandi utenti" del
servizio pubblico e gli "intermediari" tra la Pubblica
amministrazione ed il sistema produttivo del Paese", ecco perché
"gli incentivi e le risorse destinate dalle Linee di intervento
della missione "Digitalizzazione, innovazione, competitività e
cultura" dovrebbero avere quali destinatari anche i liberi
professionisti, la cui strategica importanza si rinviene, oltre
che nel ruolo di "veicolo" delle azioni della Pubblica
amministrazione verso il sistema produttivo, anche in quello di
terminali di presidio" in quella "Italia "minore", cui sono
indirizzati gli indispensabili interventi che mirano a colmare
il 'gap' tra diversi territori del Paese, e porre il sistema
produttivo in condizione di poter competere in una economia,
resa dalla pandemia, ancora più globale". E' un passaggio
dell'audizione tenuta stamani dal Consiglio nazionale dei
consulenti del Lavoro nelle commissione Bilancio e Politiche Ue
di palazzo Madama, a proposito dei capitoli del Recovery plan.
L'Ordine professionale guidato da Marina Calderone ha messo in
luce "gli evidenti limiti di infrastrutturazione tecnologica
emersi anche nel corso del primo 'lockdown': basti pensare che,
per quanto riguarda le reti tecnologicamente più avanzate
(VHCN), ad altissima velocità, considerate come obiettivo
prioritario dalla Ue, il tasso di copertura varia dal 51,4%
dell'Umbria, al 26,8% del Lazio, al 5,2% della Puglia, 4,4%
della Calabria e 17,2% della Campania". (ANSA).