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Xylella: Coldiretti, fermi 40mln per espianti e reimpianti

Xylella

Xylella: Coldiretti, fermi 40mln per espianti e reimpianti

'Burocrazia e i ricorsi frenano il futuro green'

BARI, 12 ottobre 2021, 11:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Risultano tuttora non spesi i 40 milioni di euro del Piano di rigenerazione olivicola per gli espianti e i reimpianti in area infetta da Xylella, con la burocrazia e i ricorsi che frenano il futuro green della più grande fabbrica green del sud Italia". E' quanto denuncia Coldiretti Puglia, "all'indomani - si legge in una nota - della delibera di Giunta regionale per la variazione di bilancio".
    "Già è stato ammesso al finanziamento solo il 6% delle istanze di espianto e reimpianto, solo 521 domande e 23 progetti collettivi a fronte di una richiesta complessiva per 216 milioni di euro - denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - ma il fatto che concretamente non sia stato ancora liquidato alcun aiuto pubblico di quelli destinati è gravissimo". "Tra l'altro - aggiunge l'associazione di agricoltori - a distanza di 19 mesi dalla pubblicazione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, risultano ancora da spendere 134 milioni di euro sul totale delle risorse stanziate, destinate finora soprattutto alle calamità, mentre sono rimasti inattuati gli interventi che avrebbero consentito agli agricoltori di ricominciare a lavorare e a produrre dopo la grave crisi causata dalla Xylella. Ancora ferme al palo le risorse per il contrasto al vettore da destinare agli enti pubblici per la rimozione degli ulivi secchi, la ricerca, la diversificazione produttiva, con il fallimento delle misura per gli innesti degli ulivi monumentali che ha registrato l'adesione di sole 91 aziende agricole per la farrigonosità dell'intervento". "E' indispensabile liberalizzare i reimpianti - conclude Muraglia - con l'adeguata diversificazione colturale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, per non condannare nuovamente il Salento alla monocultura olivicola".
   
   

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