Al termine di una lunga maratona
d'aula proseguita fino a notte fonda, l'Ars ha approvato il ddl
di variazioni di bilancio. Dopo una serie di interruzioni
durante il pomeriggio e la sera di ieri, la seduta è stata
sospesa alle 23 per riprendere poco dopo mezzanotte con l'arrivo
in aula del maxi-emendamento del governo, che ha provocato la
reazione di diversi parlamentari. Dall'opposizione è stata
definita "una manovra elettorale, presentata in aula in piena
notte". Una norma proposta dal governo che prevedeva interventi
per poco più di 400 milioni di euro, somme statali da destinare
in buona parte ai comuni di Palermo e Catania per l'emergenza
rifiuti, è stata soppressa dall'aula con voto segreto: 17 voti a
favore, 15 contrari.
Dopo qualche momento di tensione tra deputati di maggioranza
e governo per l'esito del voto segreto, il ddl sulle variazioni
di bilancio è stato comunque approvato dall'aula all'1:30 di
notte: contiene norme proposte da governo e maggioranza ma anche
alcuni emendamenti presentati dalle opposizioni e prevede
interventi per diversi comparti, dall'agricoltura al turismo,
dalla sanità ad investimenti destinati anche ai comuni
siciliani, da somme necessarie al pagamento di stipendi a quelle
per il bacino dei pensionati Asi.
Quella di questa notte è stata la prima maratona notturna
dell'Ars in questa legislatura. Proprio ieri, nel corso della
cerimonia del ventaglio all'Ars, il presidente Gianfranco
Miccichè aveva fatto notare che negli ultimi cinque anni era
riuscito ad evitare la "brutta abitudine" delle sedute notturne
che aveva spesso caratterizzato i lavori d'aula del parlamento
regionale in passato. "Abbiamo evitato sedute notturne fino ad
ora - ha detto Miccichè durante l'esame del ddl - proprio
all'ultimo non ci siamo riusciti".
La "corsa" all'approvazione delle variazioni di bilancio è
stata legata anche alle voci, sempre più insistenti e rilanciate
in aula da diversi parlamentari, sulle possibili imminenti
dimissioni del Governatore Nello Musumeci che sarebbero
funzionali all'election day, ossia all'accorpamento delle
elezioni regionali con le politiche.
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