A determinare il giudizio negativo
della Corte dei Conti sul risultato di amministrazione del
bilancio 2020 della Regione un peso rilevante ha il capitolo che
riguarda i debiti fuori bilancio. I giudici rilevano ritardi
nella riconoscimento di questi debiti con il conseguente aumento
dei contenziosi e delle spese legali sostenute dalla Regione.
Per questa voce, nel rendiconto 2020 (la parifica è stata
sospesa ieri dalla Corte) sono stati iscritti nel fondo 'altri
accantonamenti' (in totale 856,24 milioni) 102,87 milioni: di
questi 101,38 mln riguardano debiti fuori bilancio non
riconosciuti nel 2018 e nel 2019, 729.446 euro emersi nel 2020 e
non riconosciuti e altri 757.980 euro relativi al terzo
quadrimestre 2020 e non riconosciuti nel 2021.
Per far capire la portata dell'impatto sui conti pubblici, la
Corte evidenzia che il ritardo con cui sono stati riconosciuti
nel 2020 debiti fuori bilancio per 17,52 mln ha costretto la
Regione a pagare 2,19 mln di interessi e rivalutazioni e ben
oltre mezzo milione per spese legali.
La Corte dei Conti da' atto comunque di un cambio di passo
rispetto al passato sottolineando che la Regione ha presentato,
nel 2020, disegni di legge con cadenza periodica mensile sui
debiti fuori bilancio" ma bacchetta l'Assemblea regionale
siciliana. "Il mancato riconoscimento da parte dell'Ars di tale
tipologia di debito - si legge nella relazione sul rendiconto
per il 2020 - oltre a postergare il peso contabile sugli
esercizi successivi, determina un elevato rischio di incremento
del contenzioso e degli oneri dallo stesso derivanti.
Su questo punto la Regione, nella memoria consegnata alla Corte
il 10 novembre scorso, ha evidenziato che "sulla scorta delle
condivisibili osservazioni della Corte, con nota del 2 novembre
la Ragioneria generale ha sensibilizzato la Segreteria generale
dell'Assemblea regionale siciliana".
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